Aeroporto San Francesco: Fiavet Umbria chiede certezze dopo il forfait di Cobrex | Confcommercio

Aeroporto San Francesco: Fiavet Umbria chiede certezze dopo il forfait di Cobrex

Fiavet Confcommercio Umbria intervene sulla vicenda Cobrex, dando voce alla preoccupazione delle imprese: “Grave danno per l’immagine dell’Umbria e per le agenzie di viaggio”. L’associazione chiede a Sase certezze nell’offerta di tratte e la scelta di partner affidabili.
venerdì 8 Giugno 2018 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

“Le tratte coperte da Cobrex – sottolinea la presidente Fiavet  Umbria e Fiavet nazionale Ivana Jelinic – sono state abbondantemente promosse dalle agenzie, soprattutto Barcellona, con notevole sforzo da parte dei nostri imprenditori e diversi biglietti venduti. La decisione di Cobrex crea un serissimo danno all’immagine e alla credibilità dell’aeroporto San Francesco, ma anche un danno tangibile alle agenzie, che si trovano alle prese con le incognite legate alle richieste di rimborso dei biglietti venduti agli acquirenti. Che affidabilità può dare, anche sotto questo punto di vista, un vettore che dalla sera alla mattina si è tirato  indietro rispetto agli impegni  presi? Chiediamo quindi alla Sase di avere rassicurazioni a questo proposito”. 

Fiavet approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “In passato – sottolinea ancora Ivana Jelinic – le agenzie di viaggio sono state spesso accusate di non contribuire alla crescita dell’aeroporto, di non promuovere adeguatamente  voli e tratte. Accusa che abbiamo sempre  respinto in modo circostanziato. Ma oggi, alla luce delle vicende Fly Volare e Cobrex, chiediamo a Sase con quale credibilità le imprese possono veicolare offerte che appaiono decisamente improvvisate, o poco affidabili. I nostri interlocutori sono i consumatori finali, che giustamente poi reclamano con noi rispetto a disguidi o inefficienze di cui non abbiamo nessuna responsabilità.

Non solo: chi compra una tratta che viene improvvisamente cancellata, ci penserà due volte prima di tornare ad utilizzare lo scalo di San Francesco; preferirà usare uno scalo più lontano piuttosto che trovarsi improvvisamente “a terra”. Il danno quindi non è solo contingente, ma ha un effetto di lunga durata sulla commerciabilità dell’aeroporto. Negli ultimi tempi ogni volta che Sase dà notizia del raggiungimento di un accordo, poco dopo interviene qualche problema  che impedisce di portare a termine anche solo una parte dello stesso. 

Servono invece – conclude Jelinic – servizi certi e partner affidabili. Altrimenti lo sviluppo definitivo dello scalo umbro assomiglierà sempre più alla tela di Penelope: quello che viene tessuto di giorno, viene disfatto la notte. E l’Umbria che scommette sul turismo non decollerà mai, con danni enormi per tutto il sistema economico regionale, che nel turismo ha l’unica risorsa davvero inimitabile e trainante”.