Alluvione, Confcommercio chiede lo stato di calamità | Confcommercio

Alluvione, Confcommercio chiede lo stato di calamità

Una vera e propria “tragedia imprenditoriale”, una situazione disperata per tante piccole e medie imprese, danni gravissimi alla rete distributiva umbra. Centinaia di attività commerciali e della ristorazione, alberghi e bar sono stati invasi dalle acque, che hanno distrutto merci e strutture per milioni di euro.
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martedì 13 Novembre 2012 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

Confcommercio dell’Umbria in queste ore si è messa a disposizione degli imprenditori, anche attraverso le sue articolazioni territoriali, per effettuare una prima stima dei danni.
La situazione è risultata però da subito drammatica. Confcommercio chiede pertanto alle autorità regionali di impegnarsi presso il Governo per ottenere il riconoscimento dello stato di calamità naturale per l’ampio territorio sconvolto dal maltempo.
“Fortunatamente non ci sono state vittime, ma per le imprese è una tragedia di enormi proporzioni”, dice Luigi Maria Manieri, presidente Confcommercio di Orvieto.  Ad essere più colpita è stata proprio l’area dove sono concentrate oltre il 60% delle attività che producono ricchezza per il territorio. Alcune zone risultano ancora inagibili, quindi è difficile fare una stima, che dipende anche dalle caratteristiche merceologiche dell’attività. Per alcuni la situazione è disperata: un ristorante inaugurato a settembre non esiste più. Autofficine, concessionarie, alberghi sono stati tutti invasi dall’acqua. Ieri c’era grande preoccupazione; oggi prevale un senso di enorme tristezza per i danni che questa catastrofe ha provocato, sempre più evidenti mano a mano che l’acqua si ritira.
Orvieto era già in ginocchio dal punto di vista economico; se non si interverrà con sostegni mirati, questa mazzata potrebbe essere definitiva, con conseguenze gravissime dal punto di vista occupazionale, perché se le aziende chiudono purtroppo andranno a casa centinaia di lavoratori”.
“Il nostro timore – aggiunge Giancarlo Toccaceli, presidente della Confcommercio di Marsciano – è che per molte imprese, già duramente colpite dalla crisi, questa tragedia possa rappresentare il vero e proprio colpo di grazia. Tutte le attività commerciali e della ristorazione poste lunga la direttrice d’ingresso alla città, una zona ad alta concentrazione di imprese, sono state allagate in maniera molto seria dalla due ondate di piena del fiume Nestore, che ha provocato la rottura degli argini. Ieri sera, l’ultima ondata ha portato l’acqua fino alle mura del palazzo comunale. E’ dal 1937 che qui non si ricordava un evento di questa gravità, i cui effetti, che per alcuni si sommano a quelli provocato solo pochi anni fa dal terremoto, temo avranno un’onda molto lunga”.