Banca-Impresa, un rapporto profondamente cambiato
Nel corso degli ultimi anni il rapporto tra banche e imprese è notevolmente cambiato, e si basa ormai soltanto sul rating, ovvero una valutazione che tiene conto della struttura patrimoniale, finanziaria ed economica, del tipo di attività svolta e delle sue prospettive di sviluppo dell'impresa.
Nel corso degli ultimi anni il rapporto tra banche e imprese è notevolmente cambiato, e si basa ormai soltanto sul rating (introdotto dalle regole di Basilea 2 ed entrato in vigore nel gennaio del 2007), ovvero una valutazione che tiene conto della struttura patrimoniale, finanziaria ed economica, del tipo di attività svolta e delle sue prospettive di sviluppo dell’impresa. E di questo l’impresa deve essere consapevole, perchè è proprio il rating l’indicatore che deternmina sia l’accesso al credito, sia le condizioni dello stesso, mentre ben poco conta ormai il rapporto personale che si può avere instaurato con la banca.
La determinazione del rating avviene su una serie di elementi:
– dati di bilancio: bilanci d’esercizio, crediti e debiti, analisi degli indici che possono prefigurare una situazione di difficoltà.
– dati qualitativi: struttura organizzativa, posizione competitiva, strategie commerciali, qualità del management.
– dati andamentali: andamento nel tempo del rapporto tra l’impresa e la singola banca e tra l’impresa ed il sistema bancario nel suo complesso.
– dati settoriali: performance delle imprese operanti nello stesso settore, andamento delle vendite.
In particolare per il settori del commercio, truismo e servizi, caratterizzati da micro o piccolissime imprese, sospesi, insoluti, sconfinamenti dai fidi sono indicatori di anomalie che vanno a peggiorare notevolmente il rating.
In pratica il rating è una valutazione dell’affidabilità dell’impresa, da cui dipendono le condizioni che la banca applica all’impresa stessa: migliore è il rating e migliori saranno le condizioni applicate all’impresa ad esempio sulle spese di conto corrente, sui finanziamenti, sulla maggiore facilità di accesso al credito.
E’ molto importante dunque che l’impresa chieda alla banca il proprio rating.
Il rating ha un impatto notevole anche sull’erogazione dei finanziamenti e sulle condizioni a cui questi vengono offerti ed in particolare sullo spread applicato dalla banca sul tasso d’interesse.
Il tasso d’interesse è infatti generalmente calcolato come somma di un indice di
riferimento (ad esempio l’Euribor per i mutui a tasso variabile) e dello spread. L’Euribor è un tasso di riferimento, calcolato giornalmente, che indica il tasso d’interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee.
Lo spread è invece la percentuale di guadagno che compete alla banca.
In caso di mutui a tasso fisso il tasso di riferimento che in genere viene usato non è l’Euribor ma il tasso IRS.
Migliore è il rating dunque e minore sarà lo spread applicato dalla banca e il finanziamento sarà quindi erogato ad un tasso più vantaggioso in quanto l’operazione, per la banca, presenterà un rischio minore.
Fonte: Speciale Credito – Guida per capire il credito e il rapporto tra Banche e Imprese, a cura di Confcommercio Parma.
Condividi