Gualdo, documento delle associazioni sul bilancio comunale | Confcommercio

Gualdo, documento delle associazioni sul bilancio comunale

Confcommercio,Confartigianato e CNA di Gualdo Tadino hanno presentato al sindaco un documento congiunto con le loro richieste e osservazioni in merito al bilancio.

domenica 10 Giugno 2012 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

Confcommercio, Confartigianato e CNA di Gualdo Tadino hanno presentato al sindaco un documento congiunto con le loro richieste e osservazioni in merito al bilancio, esprimendo in sintesi la netta contrarietà ad introdurre una maggiorazione generalizzata dell’aliquota massima IMU e degli altri tributi comunali, scelta particolarmente penalizzante ed insostenibile per le piccole e medie imprese.
Le 3 associazioni, pur esprimendo apprezzamento per il metodo del confronto adottato nella fase preliminare all’approvazione del bilancio, hanno tuttavia messo in evidenza che interventi di questa portata andrebbero dovuto essere posti all’attenzione delle rappresentanze sociali ed economiche in con maggior preavviso e in tempi utili per consentire una valutazione globale più puntuale e consapevole. “È quindi con grande senso di responsabilità – scrivono le associazioni – che comunque abbiamo voluto dare alcuni suggerimenti, se pur parziali. La situazione generale del nostro territorio presenta elementi di grande difficoltà socio economica che tutti noi ben conosciamo: Merloni, Faber, Brunelli, sono solo alcuni fra i pezzi più pregiati che il nostro comprensorio sta perdendo. La diminuzione drastica di addetti e fatturato nel comparto dell’edilizia, unitamente alla continua moria di attività commerciali ed artigianali, completano il quadro di estrema precarietà dell’area. Serve a poco ora – si legge ancora nella lettera – imputare le responsabilità di quanto accaduto alla crisi economica mondiale o alle regole imposte al sistema bancario che, nel giro di pochi anni, hanno stravolto le relazioni banca-impresa, aumentando le difficoltà di accesso al credito e penalizzando il mercato interno. Per non parlare della pressione fiscale che ha raggiunto livelli insostenibili, con l’aumento feroce di tariffe e tributi locali che minano continuamente la competitività esterna del nostro sistema produttivo. Così come non possiamo ignorare le segnalazioni di irregolarità contributiva verso enti previdenziali ed assistenziali, nonché il ricorso crescente delle imprese agli ammortizzatori sociali, quali segnali inequivocabili di una crisi epocale senza precedenti. In questo momento introdurre una maggiorazione generalizzata dell’aliquota massima IMU e degli altri tributi comunali, sia pure con finalità di ridistribuzione parziale delle risorse a favore del tessuto economico e delle famiglie, risulterebbe a nostro avviso intollerabile, soprattutto per le attività economiche di piccola dimensione, i cui titolari sarebbero doppiamente colpiti, come imprenditori e come cittadini. Tanto più che molte imprese, specialmente del settore manifatturiero, si trovano con capannoni sovradimensionati, realizzati in periodi in cui i livelli occupazionali erano notevolmente superiori agli attuali. Su questi soggetti graverà un’imposizione tributaria sproporzionata, decisamente superiore rispetto all’utilizzo effettivo degli immobili strumentali. Inoltre l’IMU ha introdotto, già alla fonte, un livello d’imposizione maggiorato, rispetto all’ICI, sia per quanto riguarda l’aliquota di riferimento nazionale, sia per effetto della rivalutazione dei coefficienti moltiplicatori applicati alle rendite catastali che, anche se in maniera differenziata, riguardano tutte le attività produttive: laboratori artigianali, capannoni industriali, alberghi, negozi e botteghe, uffici e studi privati. Anche da questo punto di vista ci sembra azzardato proporre un’ulteriore maggiorazione dell’aliquota comunale, senza conoscere il reale impatto che la nuova IMU avrà sulle imprese”.
Per queste ragioni. Confcommercio, Confartigianato e CNA di Gualdo,  pur nella consapevolezza delle difficoltà che hanno tutti i Comuni di far quadrare i bilanci, stretti fra la necessità di compensare i minori trasferimenti statali e l’obbligo di rispettare il Patto di Stabilità, hanno chiesto all’amministrazione comunale di assumere provvedimenti ad impatto minimo sulle imprese, con l’obiettivo di mantenere e consolidare il tessuto economico e produttivo della città, e che l’azione amministrativa sia ispirata dai seguenti principi:
-applicazione dell’aliquota minima possibile sulle imprese per raggiungere il pareggio di bilancio;
– prosecuzione del percorso virtuoso, intrapreso dall’amministrazione comunale, verso la razionalizzazione della spesa.