Camera di commercio di Perugia, bilancio positivo dell’attività, prospettive incerte per il futuro
Il Presidente della Camera di Commercio di Perugia Giorgio Mencaroni ha presentato il Bilancio di Mandato della consiliatura conclusa lo scorso mese di giugno. Cinque anni che pur attraversati da una crisi devastante, hanno visto la Camera di Commercio perugina portare a termine azioni, iniziative, progetti a sostegno dell’intero sistema economico locale. Per il futuro però domina l'incertezza: con il taglio dei diritti camerali 50% in meno di risorse disponibili.
Il Presidente della Camera di Commercio di Perugia Giorgio Mencaroni ha presentato il Bilancio di Mandato della consiliatura avviata nel 2009 e conclusa nello scorso mese di giugno. Cinque anni che pur attraversati da una crisi devastante, hanno visto la Camera di Commercio perugina portare a termine azioni, iniziative, progetti a sostegno dell’intero sistema economico locale.
Dal 2009 al 2014, la Camera di Commercio di Perugia ha gestito circa 84 milioni di euro di proventi generati dall’attività caratteristica, di cui 70 milioni destinati direttamente ai beneficiari dell’attività camerale.
Per lo sviluppo del tessuto economico locale sono stati impegnati 49 milioni e di questi, 35 milioni, oltre 7 milioni all’ anno, per interventi economici volti a supportare il sistema imprenditoriale ed economico.
Gli interventi economici, grazie all’azione politica del Consiglio, si sono focalizzati in prevalenza sulla valorizzazione del territorio ed il turismo, per 8 milioni di euro, sul credito e sostegno alle imprese, per 7 milioni di euro, sull’internazionalizzazione delle piccole medie-imprese, per 3,5 milioni euro, sull’innovazione e formazione, per 2,7 milioni di euro.
Giorgio Mencaroni, presidente della Cameradi Commercio di Perugia: “Nella nuova consiliatura che stiamo per avviare, tutti questi interventi rischiano l’azzeramento, con conseguenze nefaste per l’intero sistema produttivo locale. Con il taglio del 50% del diritto annuale 48 Camere di Commercio italiane non potrebbero sopravvivere e le altre avrebbero enormi difficoltà a svolgere anche le funzioni e i servizi obbligatori assegnati dallo Stato”.
“Le Camere sono un sistema finanziato esclusivamente dal mondo delle imprese e non incidono sulla fiscalità generale. Per lo Stato siamo a costo zero, visto che i nostri bilanci si fondano sulle entrate da diritto annuale e dai diritti di segreteria, che ci consentono un grado di autofinanziamento elevatissimo (81%), molto superiore, ad esempio, di quello di Comuni, Province e Regioni.
“Peraltro, lo stesso taglio del 50% del diritto annuale voluto dal Governo, non porterebbe alcun beneficio finanziario alle casse dello Stato e risibili sarebbero i risparmi per le imprese: 5,2 € al mese di media e ancor meno per le Ditte Individuali (il 60% di tutte le imprese) che si metterebbero in cassa 2,6 € al mese. Ben altre le dimensioni dell’effetto recessivo derivante da queste misure, stimate su scala nazionale, dalla CGIA di Mestre in 2,5 miliardi di €”.
“A livello regionale, il sistema delle imprese rischia di perdere un sostegno forte all’accesso al credito (Confidi), all’internazionalizzazione e alla promozione all’estero, al miglioramento infrastrutturale (a cominciare dall’Aeroporto “San Francesco” e dagli assi viari Umbria-Marche), senza dire dei servizi per la funzionalità del Registro Imprese e degli istituti dell’Arbitrato e della Conciliazione, della Consulenza e Fromazione, dell’informazione statistico-economica, del controllo della legalità dei prodotti e la tutela dei consumatori”.
“Le Camere di Commercio funzionano – e questo è un fatto – possono essere migliorate, ma certo non attraverso misure che, al contrario, ne mettono a repentaglio l’esistenza”.
“Come sistema camerale siamo pronti, anche a livello locale, a mettere in atto ulteriori misure di riordino e razionalizzazione, procedendo – questa può essere la soluzione – all’accorpamento delle Camere di Perugia e Terni in un unico ente camerale umbro. Per il sistema camerale regionale, peraltro, la strada del cambiamento è una strada nuova e antica al tempo stesso. Nella storia della nostra istituzione siamo stati Camera di Commercio dell’Umbria. La dimensione della nostra regione, la sua densità abitativa e la numerosità delle imprese rendono questo percorso praticabile, forse addirittura auspicabile”.
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