Confcommercio Bastia Umbra: “Imposta sulle insegne, ennesimo balzello per le imprese”
“Se è vero che i precedenti gestori hanno effettuato verifiche a campione senza mai censire in maniera esatta le insegne e i cartelli pubblicitari – denuncia Lupattelli – è altrettanto vero che la nuova società concessionaria ha applicato una metodologia che ha portato a incrementi altissimi dei costi, accentuando ancora più le già evidenti sofferenze del settore commercio, quello più vessato dall’imposta e dalla sua applicazione.
Pur riconoscendo che attualmente la società Dogre sta agendo nel pieno rispetto termini di legge e del regolamento comunale in vigore continua la nota di Confcommercio Bastia Umbra – non ci sentiamo di condividere il metodo adottato. La concessione ha avuto decorrenza dal 1° gennaio 2017 e, se è vero per ammissione della stessa società che le insegne e altri mezzi pubblicitari da una prima ricognizione risultavano parzialmente o totalmente irregolari, ragione avrebbe voluto che si fosse data la possibilità, peraltro prevista dalla normativa, di mettersi in regola o disdire entro il 31 gennaio, come previsto dall’articolo 8 del D.Lgs 507, termine ultimo oltre il quale decorre l’applicazione dell’imposta”.
Inoltre Confcommercio denuncia anche il fatto che al momento dell’assegnazione dell’incarico al nuovo gestore è mancata una corretta e tempestiva comunicazione da parte degli uffici comunali preposti, soprattutto rivolta alle associazioni di categoria, che avrebbero potuto assistere i soci nelle pratiche necessarie evitando anche l’applicazione delle sanzioni previste.
“La nostra associazione – conclude Sauro Lupattelli – si è attivata da subito, confrontandosi sia con l’amministrazione comunale per sollecitare una modifica al regolamento che preveda tra le altre cose anche un pagamento rateale, che con la società Dogre, per verificare la correttezza delle contestazioni e per cercare di assistere nel modo migliore le aziende.
Rileviamo comunque un diffuso malcontento per questa operazione che aumenta ancora di più la pressione fiscale in momenti nei quali è già difficile fronteggiare gli elevati costi di gestione delle attività”.
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