1) Confcommercio lancia la “vertenza terziario”
Nella consueta conferenza stampa di inizio anno (foto) Confcommercio apre la vertenza terziario e chiede il riconoscimento del ruolo strategico del settore a livello nazionale e regionale. La crisi delle imprese è gravissima, come documenta il Rapporto 2012. Annunciata per il 28 gennaio una giornata di mobilitazione nazionale contro l’eccessivo carico fiscale e per lo sviluppo.
5 AREE DI INTERVENTO PER SOSTENERE LE IMPRESE
RAPPORTO 2012: CRISI DRAMMATICA
L’impennata di tasse e tariffe, assieme ad un crollo dei consumi senza precedenti, sono i fattori che più di altri hanno costretto le imprese umbre del terziario a chiudere il 2012 con un bilancio pesantissimo.
Quasi l’80% delle imprese del commercio e del turismo, intervistate dall’Ufficio Studi Confcommercio per la consueta indagine di fine anno, si sono dichiarate molto danneggiate dalla crisi (erano il 36% nel 2011); la quasi totalità del campione (97%) mette al primo posto tra i problemi da affondare quello dell’eccessivo peso di tasse, tariffe e tributi che falcidiano il reddito d’impresa e non permettono politiche di investimento e di sviluppo.
“I dati numerici che abbiamo raccolto, comunque inequivocabili – commenta Giorgio Mencaroni, presidente Confcommercio della provincia di Perugia, nel corso della conferenza stampa che si è svolta il 3 gennaio a Perugia – non raccontano compiutamente il dramma che oggi stanno vivendo migliaia di imprese del terziario, che coinvolge non solo le loro famiglie ma anche quelle dei loro dipendenti. Un dramma che in pochi ascoltano, perché fa più rumore la crisi di una grande impresa piuttosto che quella di molte piccole imprese, anche se purtroppo l’effetto, sul piano economico e occupazione, è il medesimo.
Per dare voce alle nostre imprese, per rappresentare il loro disagio e la loro sofferenza, che in qualche caso arriva alla disperazione, alle istituzioni, alla politica, alla comunità economica e sociale, Confcommercio darà vita ad una grande mobilitazione, in programma per il prossimo 28 gennaio, in contemporanea su tutto i territorio nazionale, di cui si stanno mettendo a punto i dettagli in questi giorni.
La nostra sarà una iniziativa di protesta ma anche di proposta, perché abbiamo da dire la nostra sulle politiche di rigore ma senza sviluppo; perché crediamo, come i nostri imprenditori sempre più sfiduciati rispetto alla politica, che i tagli alla spesa pubblica vadano effettuati laddove veramente sarebbe opportuno, che occorra ridare potere d’acquisto alle famiglie e respiro alle imprese, se vogliamo superare questo momento così difficile.
In appena dieci giorni, a metà maggio, abbiamo raccolto oltre 10 mila firme di imprenditori e cittadini per chiedere meno tasse e più sviluppo. Da allora la situazione non ha fatto che peggiorare. A dare il colpo di grazia alle imprese ci hanno pensato le amministrazioni comunali con l’Imu all’aliquota massima, e tra breve con la Tares e con l’imposta di soggiorno. La misura è al colmo. E’ arrivato il momento che chi ci governa ascolti davvero la voce delle imprese”.
Un messaggio forte è rivolto in questo senso anche alla Regione Umbria, specie alla luce della prossima discussione sul Dap: “Dalla Regione vogliamo un riconoscimento definitivo e senza riserve – dice Mencaroni – del ruolo strategico del terziario, perché questo impone il numero delle imprese del settore, la ricchezza che producono, l’occupazione che danno. E dunque chiediamo politiche conseguenti e coerenti orientate al suo sviluppo e al pieno dispiegamento delle sue potenzialità”.
In attesa della grande mobilitazione del 28 gennaio, Confcommercio continua il suo impegno a fianco degli imprenditori nel tentativo di arginare la pressione fiscale delle amministrazioni locali, “dalle quali – sottolinea Giorgio Mencaroni – ci aspettiamo vere ed efficaci politiche di spending review (perché lavorare meglio sui bilanci si può, come testimoniano alcuni Comuni) e non le consuete minacce di uno stop ai servizi pubblici in risposta alle nostre richieste di mettere un freno alle tasse e alle tariffe”.
IMU
Per il 2013, visto che l’imposta sarà probabilmente di loro completa competenza, Confcommercio sta chiedendo ai Comuni umbri, in una serie di incontri sul territorio, di:
– dimezzare l’aliquota per gli immobili relativi all’esercizio dell’attività d’impresa, rispetto all’aliquota base IMU;
– fare propria l’interpretazione dell’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale – Fondazione Studi dell’Anci, secondo il quale è inapplicabile la maggiorazione dell’aliquota di base (7,6 per mille) per gli immobili strumentali delle imprese;
– applicare un’aliquota ridotta al 4 per mille per tre anni alle piccole e medie imprese di nuova costituzione, per i locali delle imprese ubicate nei centri storici.
TARES
Per limitare gli effetti devastanti del nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi che con il nuovo anno sostituisce Tarsu e Tia, Confcommercio sta incontrando i Comuni umbri ai quali chiede una revisione dei coefficienti eccessivamente penalizzanti per le imprese del terziario, che già si trovano a pagare molto di più rispetto a quelle di altri settori, e che non possono sopportare oltre una tale sperequazione. Il problema è particolarmente pesante per chi opera su grandi superfici, senza peraltro produrre rifiuti in maniera proporzionale (concessionarie auto, alberghi e ristoranti, mobilifici, distributori di carburanti…), che chiedono specifici correttivi.
TASSA DI SOGGIORNO
Alcune amministrazioni umbre, qualche volta in maniera informale, altre in via ufficiale, hanno espresso l’intenzione di non adottare la tassa di soggiorno.
Continua però l’impegno di Confcommercio, e di tutte le sue componenti, nel ribadire a tutti i Comuni umbri, a partire dal capoluogo, la richiesta di mostrare un atteggiamento responsabile, di non pensare solo a “fare cassa” e di rinviare l’applicazione della tassa di soggiorno, prendendo atto che, alle condizioni attuali e alla luce dell’acuirsi della crisi economica, l’introduzione della tassa di soggiorno si rivelerebbe solo un ulteriore pesante fardello per le attività economiche. Mentre l’assenza di questa imposta su tutto il territorio regionale potrebbe essere un elemento vincente di marketing turistico.
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