Consumi ai minimi storici, bisogna coniugare il rigore con la crescita
Presentato il Rapporto Confcommercio sulle "Economie Territoriali e il Terziario di Mercato. Pil rivisto al ribasso nel 2012 e nel 2013. Verso nuovi minimi assoluti. "Pressione fiscale troppo alta per crescere, prioritaria la riforma fiscale".
Presentato il 2 agosto a Roma presso la sede nazionale, il Rapporto Confcommercio sulle “Economie Territoriali e il Terziario di Mercato”.
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli ha sottolineato che “il rapporto presentato dall’Ufficio Studi aggiorna le nostre previsioni macroeconomiche, stimando, ora, che il prodotto interno lordo del nostro Paese diminuirà del 2,2%nel 2012 e dello 0,3% nel 2013. Quanto ai consumi delle famiglie, la previsione è che diminuiranno del 2,8% nel 2012 e dello 0,8% nel 2013. Insomma, stiamo toccando nuovi minimi assoluti di prodotto lordo dall’inizio della grande recessione, cioè dalla fine del 2007. E i consumi reali pro-capite subiranno, nel 2012, un calo di una profondità mai prima registrata nella storia economica repubblicana”.
“Da questi dati, risulta, allora confermata – ha detto Sangalli – la necessità di fare di tutto per derubricare definitivamente, attraverso l’avanzamento di una spending review senza timidezze, l’ipotesi di procedere, nel luglio del 2013, ad ulteriori aumenti IVA. Farlo è necessario. Perché gli impatti recessivi degli aumenti IVA sarebbero profondi e peserebbero particolarmente sui livelli di reddito medio-bassi. Ne farebbero le spese famiglie, occupazione ed imprese. Secondo Sangalli, la riforma “prioritaria” per uscire dal tunnel è quella fiscale perche’
“per i contribuenti in regola la pressione fiscale ha raggiunto un livello record del 55% e con una pressione fiscale cosi’ alta non ci puo’ essere crescita”. “Non ci sono alternative – ha detto Sangallli – si tratta di coniugare insieme rigore e spinta alla crescita. Procedendo nel lavoro di risanamento e di riduzione della spesa pubblica ai fini del pareggio di bilancio; avanzando nell’azione di recupero di evasione ed elusione, anche allo scopo di ridurre le aliquote legali di prelievo fiscale che gravano sui contribuenti in regola; accelerando le dismissioni di patrimonio pubblico per abbattere lo stock del debito.
Ma anche operando investimenti mirati per cogliere le opportunità dell’efficientamento del sistema dei trasporti e della logistica, dei processi di riqualificazione delle nostre città e del loro tessuto commerciale, della valorizzazione del patrimonio culturale e turistico del nostro Paese”. “Sono opportunità – ha precisato il presidente di Confcommercio – che vedono protagonista il sistema dei servizi di mercato, cioè il commercio ed il turismo, i trasporti e la logistica, i servizi alle persone ed alle imprese. Un sistema che, nonostante l’impatto della grande recessione, contribuisce oggi, in misura determinante, alla formazione del valore aggiunto e dell’occupazione del nostro Paese. Contribuisce, infatti, alla formazione del valore aggiunto per oltre il 40% e alla formazione dell’occupazione per oltre il 43%. Quote importanti e destinate a crescere ulteriormente. Ma che certamente dicono anche della necessità di una politica per i servizi che accompagni l’impegno del settore al rafforzamento della produttività, in particolare attraverso il propellente dell’innovazione”. “Dunque – ha concluso Sangalli – servizi di mercato come opportunità di crescita. Anche nel Mezzogiorno e per ridurre il divario tra il Mezzogiorno e le altre aree del Paese. Altrimenti, il Sud, da cui si torna ad emigrare, continuerà a perdere forza lavoro e non basteranno i decenni per realizzare la convergenza tra Sud e Nord. confermata la necessità di fare di tutto per derubricare definitivamente, attraverso l’avanzamento di una spending review senza timidezze, l’ipotesi di procedere, nel luglio del 2013, ad ulteriori aumenti IVA. Farlo è necessario. Perché gli impatti recessivi degli aumenti IVA sarebbero profondi e peserebbero particolarmente sui livelli di reddito medio-bassi. Ne farebbero le spese famiglie, occupazione ed imprese”.
A presentare nel dettaglio i risultati dell’indagine è stato il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella. “Abbiamo affrontato sinteticamente tre questioni: il nuovo quadro macroeconomico, il ruolo del terziario di mercato con i nuovi dati della contabilità riclassificati e molto migliori rispetto ai precedenti, le dinamiche economiche territoriali; i tre temi sono legati, naturalmente, in quanto la dimensione macro impatta sui territori e il legame mezzogiorno-servizi resta l’unico che potrebbe mitigare i gravi e persistenti squilibri Nord-Sud”. Parlando del quadro macroeconomico e quindi dell’andamento del Pil, Bella ha sottolineato che “i tassi di variazione congiunturali del livello del Pil sono negativi nuovamente dal terzo trimestre del 2011; è negativo il primo del 2012, dato ufficiale, e a nostro avviso saranno negative le variazioni fino a tutto il primo trimestre 2013 (con intensità e profili marginalmente differenti, anche gli altri istituti di ricerca suggeriscono dinamiche analoghe)”. “Stiamo toccando – ha detto Bella – nuovi minimi assoluti di prodotto lordo da quando è cominciata la grande recessione cioè dalla fine del 2007, solo che la popolazione residente nel frattempo è cresciuta di circa 900.000 unità”.
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