Elezioni Europee: “Serve un ecosistema favorevole alle imprese”
Il Consiglio Generale di Confcommercio ha ospitato i candidati alle elezioni europee. Presentato il Manifesto di Confcommercio “Per un’Europa competitiva e sostenibile. L’Agenda del Terziario“.
Facendo propri gli obiettivi e i contenuti del Manifesto, Confcommercio Umbria lo ha condiviso con i candidati al Parlamento Europeo nella Circoscrizione Italia Centrale, ricavandone alcuni contributi che di seguito pubblichiamo.
Le riflessioni delle onorevoli Daniela Rondinelli, europarlamentare uscente e candidata nella circoscrizione Centro per il Pd, e dell’onorevole Francesca Peppucci, europarlamentare, ricandidata, di Forza Italia, nascono da alcune nostre sollecitazioni.
Terziario volano per l’occupazione – Secondo i dati contenuti nel Manifesto per le Elezioni Europee 2024 di Confcommercio, il terziario di mercato rappresenta sicuramente un importante volano per l’occupazione: tra il 2012 e il 2023, nella metrica dei dati ufficiali riguardanti il numero di addetti (quindi lavoratori indipendenti e dipendenti nel complesso), su 15,4 milioni di nuovi posti di lavoro nell’Europa a 27, il 76% è stato sviluppato nel terziario di mercato (11,7 milioni di occupati in più).
Il contributo delle micro imprese, cioè quelle che impiegano fino a 9 addetti, è altamente significativo: ad esse si deve il 17% di tutti i nuovi occupati (2,57 su 15,44 milioni), di cui due terzi dovuti ai servizi di mercato (1,63 su 2,57 milioni).
Nel 2023 quasi il 30% dell’occupazione è nelle micro imprese (13,2% nella manifattura, 47,3% nelle costruzioni, 33,2% nel terziario di mercato).
Secondo i dati della Commissione, il settore del turismo contribuisce al 10% del PIL e al 12% dell’occupazione in Europa, attestandosi come quarta voce dell’esportazione e come significativo moltiplicatore economico: 1 euro di valore aggiunto generato dal comparto, infatti, attiva ulteriori 56 centesimi in altri settori.
Confcommercio è convinta che in Europa bisogna vivificare l’impegno per un efficiente sostegno alle imprese del terziario di mercato, soprattutto alle MPMI, almeno su alcuni temi fondamentali:
- valutazione di impatto economico delle nuove leggi europee sulle MPMI in termini di sussidiarietà e proporzionalità, in modo da alleggerire il peso normativo e amministrativo che negli ultimi anni è aumentato in modo esponenziale per questo tipo di imprese;
- stimolo alla nascita e allo sviluppo di imprese giovani per la creazione di occupazione, per favorire l’innovazione e la competitività, per contribuire alla crescita economica;
- Investimenti nel capitale umano;
- strumenti per accompagnare le imprese nella digitalizzazione;
- come semplificare l’accesso al credito e al mercato dei capitali;
- nuove regole per i nuovi strumenti di pagamento.
Ecco le riflessioni delle due candidate, le onorevoli Daniela Rondinelli e Francesca Peppucci.
Daniela Rondinelli
Già nello scorso mandato mi sono battuta affinché le proposte della Commissione europea fossero supportate da valutazioni d’impatto che tenessero conto dell’obiettivo generale, così come delle esigenze e delle peculiarità dei vari tessuti produttivi europei.
È infatti necessario che le soluzioni proposte siano il risultato di un ascolto di tutti i soggetti interessati e che siano percorribili, oltre che condivise, per assicurare una rapida implementazione che ha come obiettivo una crescita economica sostenibile. Ne è un esempio la nuova normativa sul packaging, sulla quale ho lavorato in commissione agricoltura, per evitare che si creassero delle storture dovute ad un approccio sbagliato, che avrebbe vanificato gli investimenti fatti dall’Italia negli ultimi anni e avrebbe messo in difficoltà tutta la filiera dell’agroalimentare italiana dagli agricoltori, ai commerciati fino all’HORECA.
Il lavoro svolto anche grazie all’ascolto di Confcommercio e delle sue federazioni ha portato a un risultato che permetterà di soddisfare sia gli obiettivi ambientali che le necessità delle imprese».
Le MPMI in Europa rappresentano oltre il 90% del totale delle imprese e sono un volano sia per l’economia che per l’occupazione ed è quindi fondamentale assicurare che le leggi nazionali ed europee tengano conto delle loro specificità legate anche alle dimensioni.
Da una parte, restano sempre attuali i principi dello Small Business Act, che ha creato una cornice normativa per le MPMI, dall’altra ritengo sia importante dar seguito all’impegno preso dalla Commissione europea di ridurre gli obblighi normativi di reporting del 25% per le MPMI, sulla base di analisi qualitative e quantitative. Questo porterebbe ad un efficientamento dei processi e a una riduzione dei costi notevole per le imprese e credo sia un impegno necessario per aumentare la competitività».
Imprese giovani, occupazione, innovazione, competitività
Per il Parlamento europeo lo sviluppo e il consolidamento dell’imprenditorialità giovanile e delle donne è sempre stata una priorità, a partire dall’istruzione e formazione professionale. Nel quadro finanziario pluriennale attuale, il Parlamento ha ottenuto dagli Stati membri di raddoppiare le risorse per il programma Erasmus+, al quale si è aggiunto Erasmus Pro, dedicato interamente agli scambi per la formazione professionale e degli apprendisti, che insieme a Erasmus per Giovani Imprenditori, consentono ai giovani e non solo l’opportunità di acquisire le competenze trasversali e specifiche richieste dal mercato del lavoro e di avviare e gestire un’impresa in Europa. Il prossimo anno partirà la revisione per il nuovo quadro finanziario pluriennale e sarà l’occasione per proseguire il dialogo con Confcommercio su come impostare le nuove priorità europee, non solo, per l’imprenditorialità, ma anche per valorizzare ad esempio il commercio di prossimità, il turismo e la rigenerazione dei centri urbani, mettendo a disposizione finanziamenti adeguati e che rispondano alle reali necessità di imprese e cittadini.
Investimenti nel capitale umano
La pandemia e la crisi energetica hanno accelerato la transizione verde e digitale, imponendo alle imprese e ai lavoratori un passo verso cambiamenti profondi difficili da mantenere senza un sostegno adeguato.
La risposta emergenziale data dall’Europa con SURE e con il PNRR ha evitato il tracollo dell’occupazione e dell’economia, ma è ora importante rendere queste misure strutturali per evitare che si creino gap tra Stati membri altrimenti eccessivamente ampi da colmare.
Per mantenere alti i livelli di occupazione e fare in modo che i lavoratori siano in possesso delle competenze richieste dalle aziende, oltre che rispondere alla necessità di innovazione, l’UE sta investendo in Academy specializzate alla formazione professionale che prevedono l’inclusione non solo dei vari livelli di governance politica, ma anche delle parti sociali e delle imprese, in modo da avere lavoratori formati in grado di competere su scala globale, attraverso percorsi di formazione permanente e di riqualificazione delle competenze.
Questi sforzi devono sempre tenere conto anche della dimensione delle imprese. Se, infatti, le grandi aziende, data la loro dimensione, sono in grado di prevedere percorsi interni di sviluppo professionale, le imprese di piccola o piccolissima dimensione hanno bisogno di strumenti e risorse adeguate ad attrarre personale e talenti necessari alla permanenza sul mercato e alla loro crescita.
Strumenti per accompagnare le imprese nella digitalizzazione
La digitalizzazione è sicuramente una delle sfide più importanti che l’UE e gli Stati membri stanno affrontando. In un periodo storico in cui la tecnologia evolve a ritmi senza precedenti, la digitalizzazione rappresenta una frontiera ricca di opportunità per le imprese di ogni settore. Essa non solo promette una crescita forte attraverso l’innovazione ma offre anche strumenti per affinare l’efficienza operativa ed espandere la propria presenza sul mercato in termini di competitività.
Da una parte, quando si parla di digitalizzazione, è importante partire dalla pubblica amministrazione. Il PNRR contiene obiettivi specifici da raggiungere per ridisegnare i processi e semplificare il rapporto con e per le imprese. Le risorse messe a disposizione sono ingenti e non è possibile commettere errori altrimenti l’Italia corre il serio rischio di sprecare una opportunità unica. L’altro lato su cui è necessario intervenire è quello della digitalizzazione delle imprese e, anche in questo caso, sono le aziende di piccole dimensioni ad avere bisogno di maggior sostegno.
Il ruolo del legislatore europeo deve essere quello di creare un quadro normativo che consenta allo stesso tempo di garantire parità di condizioni e concorrenza leale sul mercato, il rispetto dei diritti dei lavoratori e la possibilità di innovazione e competitività sul mercato globale.
Il Parlamento uscente ha adottato una normativa avanzata che fa da apripista nel mondo, come l’AI Act, per regolare l’intelligenza artificiale e il DSA e il DMA per riequilibrare il potere delle piattaforme e regolare i servizi digitali. Il nuovo Parlamento dovrà proseguire in questa direzione.
Come semplificare l’accesso al credito e al mercato dei capitali
L’accesso al credito resta sempre una delle problematiche sentite dalle imprese italiane, in particolare dalle start-up e dalle aziende che intendono fare investimenti o scale-up. Per questo motivo sia a livello nazionale che europeo è necessario avere regole che sostengano le imprese sane.
La pandemia e la crisi energetica hanno messo in luce la necessità di rivedere e aggiornare la normativa sugli aiuti di Stato per permettere alle aziende di far fronte a situazioni complesse e poter continuare a crescere. Le nuove regole devono però essere accompagnate da un Bilancio europeo adeguato che attraverso i suoi programmi di finanziamento diretto e indiretto, permetta di assicurare alle imprese risorse adeguate a restare competitive con tutti i competitor globali. L’UE deve inoltre migliorare l’accesso alle fonti di finanziamento basate sul mercato anche alle aziende di piccola dimensione.
Dall’inizio del mio mandato in qualità di componente della Commissione Lavoro e Affari Sociali e Agricoltura ho sempre ascoltato e raccolto le esigenze delle MPMI, non solo, perché costituiscono l’ossatura del tessuto produttivo del nostro Paese ma anche perché in tanti segmenti hanno dimostrato di essere un modello d’eccellenza nel mercato interno e a livello mondiale.
Tra i punti programmatici della mia agenda elettorale non è un caso che una delle priorità della nuova legislatura ci sia la riforma dei Trattati indispensabile per accelerare l’integrazione europea a livello politico e realizzare una politica industriale e di terziario comune imprescindibile per far fronte al meglio alle transizioni verde e digitale, anche a misura delle piccole medie e micro imprese».
Francesca Peppucci
Le realtà che operano nel settore del commercio sono pilastri essenziali su cui si fonda la nostra economia, e rappresentano un motore per l’occupazione e la crescita in Italia e in Europa.
Negli ultimi decenni, il terziario di mercato, le micro e piccole medie imprese e il turismo, hanno contribuito in maniera significativa alla creazione di nuovi posti di lavoro, con percentuali sempre crescenti, oltre alla valorizzazione di competenze altamente specializzate, dalla manifattura alle costruzioni, fino alla promozione dei nostri territori.
Un simile potenziale va difeso e non può essere trascurato, soprattutto perché rappresenta un modello anche per l’imprenditoria femminile e giovanile.
Il nostro obbiettivo deve essere quello di agevolare lo sviluppo e la crescita, creando un sistema fertile dove questi settori possano continuare a contribuire al rafforzamento della nostra collettività, rappresentando un valore, certamente economico, ma soprattutto sociale.
Nella definizione di questi obiettivi l’Europa riveste un ruolo centrale.
Nel corso di questa legislatura, che sta volgendo al termine, segnata dagli accadimenti legati all’emergenza sanitaria e ai conflitti internazionali, è emersa l’importanza di un’autonomia strategica e in quest’ottica è diventato necessario potenziare il mercato unico.
Alla luce di questi importanti cambiamenti è fondamentale e impostare un sistema di incentivi economici, ma soprattutto normativi, per agevolare le attività e il lavoro, senza il peso di gravosi oneri burocratici. Un peso questo che incide soprattutto sulle imprese di piccole dimensioni, anche alla luce del raggiungimento degli ambiziosi obbiettivi climatici che l’Europa si è prefissata.
Le norme europee dovranno tenere conto delle differenti realtà economiche rappresentate dai diversi stati membri così da rispondere in maniera efficacie ai diversi contesti in cui operano.
Ma oltre alla semplificazione normativa servono azioni concrete e positive, per permettere di cogliere tutte le opportunità legate alla trasformazione tecnologica. Penso ad esempio a strumenti per accompagnare le imprese nel processo di digitalizzazione, o alla formazione e lo sviluppo delle competenze dei lavoratori per aumentarne la competitività.
Solo attraverso un’azione politica concreta e mirata, possiamo assicurare che le realtà rappresentate da Confcommercio continuino a prosperare e a contribuire alla crescita economica e sociale del nostro Paese e dell’Europa intera.
È il momento di agire con determinazione e lungimiranza, per costruire un futuro in cui ogni impresa e ogni lavoratore possano esprimere pienamente il proprio potenziale. Le politiche europee devono essere strumenti di progresso e di sviluppo, un’opportunità per chi decide di fare impresa, mai un ostacolo. Solo così riusciremo a vivere in un’Europa forte, competitiva, inclusiva e all’avanguardia.
Confcommercio Umbria
Francesco Fiorucci – Tel. 075.506711
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