Federalberghi: meno tasse per ridurre la crisi delle imprese
Bianconi: “Tra ulteriori cedimenti del mercato e tassazione alle stelle, la crisi del settore turistico rischia di aggravarsi in modo fortemente preoccupante. Per questo rivolgiamo un appello ai Comuni umbri".
“Tra ulteriori cedimenti del mercato e tassazione alle stelle, la crisi del settore turistico rischia di aggravarsi in modo fortemente preoccupante. Per questo rivolgiamo ai Comuni umbri un appello: chiediamo che intervengano, in termini di tassazione locale, per evitare che questa ulteriore battuta d’arresto possa preludere alla chiusura di decine di imprese ricettive, martoriate ormai da fatturati sotto il livello di equilibrio gestionale”.
Secondo Vincenzo Bianconi, presidente Federalberghi della provincia di Perugia, i fronti che impegnano oggi gli imprenditori sono due.
Il primo è certamente il mercato, che continua a registrare un andamento per niente soddisfacente. La lettura dei risultati del pre-consuntivo alberghiero elaborato da Federalberghi, relativo al primo semestre 2012 rispetto all’identico periodo del 2011, parla di un calo delle presenze del 2,2%. Solo a giugno, le presenze degli italiani sono scese del 7,1% e degli stranieri di ben l’8,2%. In calo del 2,5%, di conseguenza, anche il numero dei lavoratori occupati nel settore, senza contare i casi in cui si è dovuto ricorrere alla cassa integrazione.
In questo contesto, Perugia è in particolare sofferenza. Secondo uno studio di Res-Str Global, il capoluogo umbro, nei primi sei mesi dell’anno, ha subito un calo del 4,6% nell’occupazione delle camere, nettamente superiore alla media italiana (-2,8%), e soprattutto un analogo calo del 3,3% del ricavo per camera, anch’esso superiore alla media nazionale (-1,8%).
Il secondo fronte è invece quello di tasse e tariffe.
“L’insieme di questi dati – commenta il presidente Bianconi – dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per tutti. I sindaci non possono pensare di fare cassa con le attività ricettive, che già pagano molto più rispetto a quelle di altri comparti, ad esempio, in termini di Tarsu o Tia.
Il versamento della prima rata dell’IMU ha già creato difficoltà enormi alle imprese, che alla fine si troveranno a dover pagare, in qualche caso, anche tre volte la cifra che pagavano con la vecchia ICI, in condizioni di mercato molto più critiche. I nostri amministratori devono comprendere che c’è un limite oltre il quale l’imposizione fiscale diventa un vero e proprio killer per le imprese, per le quali l’immobile è un bene strumentale all’esercizio dell’attività”.
I dati elaborati dal Centro Studi di Federalberghi dimostrano che le imprese ricettive umbre pagheranno molto di più rispetto alle imprese delle altre regioni italiane e quasi il doppio rispetto alla media nazionale: a Perugia gli alberghi pagheranno più di 1.000 euro per camera contro le 600 della media nazionale.
“Alla mazzata IMU si aggiunge l’incognita tassa di soggiorno, che è stata solo rimandata, ma che pesa sul futuro delle imprese ricettive, se i Comuni umbri dovessero applicarla a partire dal prossimo anno”, aggiunge Bianconi.
Comuni che dovrebbero essere impegnati invece, secondo Federalberghi, nella lotta all’abusivismo in questo settore, denunciato in modo circostanziato dalla organizzazione anche attraverso una specifica ricerca condotta sulle offerte che si trovano facilmente in rete. Azione di controllo che dovrebbe anche coinvolgere gli agriturismi, la gran parte dei quali potrebbe trasformarsi in altrettante attività ristorative, se dovesse passare la proposta di legge alla quale sta lavorando l’assessorato all’agricoltura con unico interlocutore le associazioni agricole.
“La Regione finisce per manifestare uno strano strabismo”, conclude il presidente Bianconi. “Da una parte di parla di turismo come settore strategico e trasversale, dall’altra pezzi del sistema regionale, senza un preventivo confronto con chi ha più titolo a ragionare di questo settore, si muovono autonomamente verso un allentamento di alcune regole che comunque incidono sull’intero comparto. Non è questa la strada per far fare al turismo umbro il salto di qualità di cui ha bisogno”.
Condividi