Gubbio, Confcommercio ribadisce il proprio "no" al polo commerciale Fontecese | Confcommercio

Gubbio, Confcommercio ribadisce il proprio “no” al polo commerciale Fontecese

La Confcommercio di Gubbio ricorda come da anni abbia espresso la sua netta contrarietà al polo commerciale Fontecese e la propria posizione a favore dell'equilibrio tra piccola e grande distribuzione. Sorde le varie amministrazioni comunali che si sono succedute.  

mercoledì 17 Settembre 2014 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

Il recente dibattito sul polo commerciale di Fontecese ci impone per dovere di chiarezza di intervenire su un argomento affrontato dalla Confcommercio di Gubbio dalla notte dei tempi.
In particolare a scanso di equivoci vogliamo ricordare i contenuti delle numerose note trasmesse nel corso degli anni alle varie amministrazioni comunali succedutesi e riassumibili per brevità nelle osservazioni trasmesse ai candidati sindaci delle elezioni del 28/29 maggio 2006.
Testualmente riportiamo uno stralcio:
“Mantenere l’equilibrio esistente tra piccola e grande distribuzione: è questo l’obiettivo da perseguire anche nel prossimo futuro.
L’impostazione da noi sostenuta per il piano delle medie superfici non può pertanto essere elusa da costruzione di ulteriori superfici, così come è stato paventato nel piano regionale del commercio da alcune forze politiche.
Un fatto così grave svuoterebbe totalmente di contenuti il piano approvato, ma soprattutto altererebbe totalmente l’equilibrio sottolineato in premessa.
E’ questa per noi una priorità assoluta che vorremmo coerentemente sostenere, in armonia con l’impostazione condivisa del piano delle medie superfici.
D’altronde il commercio è un settore saturo, senza capacità di espansione”.

Da allora sono mutate ovviamente le normative con le relative liberalizzazioni ed è profondamente cambiato anche lo scenario economico a causa della grave crisi nella quale siamo tuttora immersi.
Il piano regolatore ha individuato aree costruibili, sono stati previsti ben quattro poli commerciali a ridosso della città e per quanto è a nostra conoscenza almeno tre sono ai nastri di partenza.
Non ci risultano aumenti di popolazione, di flussi turistici e di consumi che possano indurci a ripensare una strategia che tuttora non ci convince, fatte salve ovviamente le libere scelte imprenditoriali esercitate nel pieno rispetto delle norme.
Nondimeno, a dimostrazione che non siamo una città a vocazione commerciale, evidenziamo anche la persistente difficoltà di comunicazione viaria e la non centralità rispetto ad aree ad alta densità abitativa, tutti temi evidenziati in partecipati convegni.
Oggi ci rendiamo conto a chi si può attribuire la paternità politica della scelta a nostro avviso scellerata, e non solo, dei centri commerciali, veri “killer” dell’economia e dei negozi di vicinato che invece salvaguardano una preziosa economia di scala e di quartiere, imprescindibile per la creazione ed il mantenimento del tessuto socio economico di una città.

I centri commerciali inoltre spostano tutto l’asse economico commerciale a favore di grandi lobby che vanno a braccetto con una “certa” politica, che ha contraddistinto il nostro Paese per decenni ed ha contribuito a generare questa crisi di sistema ormai quasi irreversibile.
Per tutto questo non possiamo non tener conto dell’intervento dei ricorrenti che ci consente di riproporre con forza le nostre posizioni consolidate negli anni.
In verità al di là di qualche apprezzabile intervento non abbiamo nel tempo avuto ascolto e sostegno su questa materia dalle varie forze politiche.
Venendo nello specifico, in particolare all’attuale discussione sul centro commerciale Fontecese prendiamo atto dell’intervento del sindaco Stirati ben sapendo che sul piano autorizzatorio strettamente commerciale i margini sono molto ridotti. Confidiamo che sul piano urbanistico gli approfondimenti e i pareri giuridici e amministrativi siano stati raccolti con la massima scrupolosità, come d’altronde correttamente ci era stato annunciato nel corso nell’ultimo incontro del tavolo delle forze sociali.
Ovviamente resteremo vigili sull’iter autorizzatorio di tutti i poli commerciali in partenza, affinché il tutto avvenga nel pieno rispetto delle regole, delle norme e delle iniziative imprenditoriali.
Al termine del nostro intervento ci sembra emblematico riproporre in toto il prezioso e recente contributo dell’architetto Marco Petrini, che da posizione assolutamente autonoma e disinteressata, fotografa la questione centri commerciali in maniera esemplare.