Gubbio terra di tartufo, riflessioni e proposte per la Mostra del 2019 | Confcommercio

Gubbio terra di tartufo, riflessioni e proposte per la Mostra del 2019

E’ già tempo di progettare l’edizione 2019 della Mostra mercato nazionale del tartufo bianco e dei prodotti agro-alimentari che da decenni si svolge a Gubbio.
Confcommercio propone una prima riflessione intorno alle origini storiche del prodotto - con tutta la città focalizzata sul tartufo - che ha già inviato all’amministrazione comunale, e sollecita il contributo di tutti. Se hai idee e suggerimenti, condividile in Confcommercio Gubbio.
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venerdì 14 Dicembre 2018 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

Dal recente lavoro di Fabrizio Cece, che prende corpo da una ricerca delle carte di archivio, emerge che il primo documento certo sul quale viene nominato il tartufo risale al 1379.
Secondo Confcommercio Gubbio, una idea per rilanciare la Mostra mercato nazionale del tartufo bianco e dei prodotti agro-alimentari potrebbe essere dunque di partire dalle basi storiche relative al prodotto.reali elementi di distinzione

E’ decisivo puntare sui reali elementi di distinzione, quelli in grado di esaltare le differenze, perché in Italia sono ormai circa 120 gli eventi dedicati al tartufo.
L’intera filiera quest’anno genererà un fatturato pari a 62 milioni di euro, con 120.000 presenze ed 1.800.000 escursionisti.
Si prevede che tra 20 anni il commercio annuale di tartufi raggiungerà un valore superiore a 5 miliardi ed è in corsa per il riconoscimento Unesco per il rapporto tra uomo e cane.

Ecco alcune proposte lanciate da Confcommercio Gubbio:
Metodologia: individuare un nuovo format ivi compresi attori e risorse.
Obiettivo: valorizzare il tartufo in primis e a cascata i prodotti agroalimentari di qualità del territorio; perfezionando all’interno della città la via dei sapori e dell’artigianato, ma anche le piazze e i salotti del gusto; in questo percorso sarebbe bene utilizzare anche i negozi liberi che possono essere utilizzati dagli espositori.
Possibili fonti di finanziamento presupponendo un progetto interregionale: Gal, Psr, Aree interne ed ovviamente Comunità Montana, privati.
Necessità di coinvolgimento in ogni caso dell’associazione tartufai.

Da realizzare:
– stand gastronomici settori agroalimentare, settore artigianato, settore vendita tartufi
– convegni e show cooking
– sperimentazioni con il tartufo
– inaugurazione con cerimoniale medioevale e taglio del nastro con aperitivo
– mostra a tema
– coinvolgimento quattro scuole alberghiere Umbria, Marche, Toscana ed Emilia Romagna; tema tartufo nel medioevo (antipasto, primo e secondo) con premi borsa del “tartufaro”, soggiorni, piatti in ceramica
– prosecuzione della mostra per un altro week end
– coinvolgimento di ristoratori del comprensorio con menù dedicati
– una gara di macellai con una battuta di carne al coltello con tema tartare abbinata a tartufo olio miele e zafferano
– gemellaggio enogastronomico con altra realtà nazionale
– coinvolgimento di esercizi commerciali e di artigianato artistico ed agricoltori.

Tutta la città dovrebbe essere focalizzata sul tartufo in un concetto di “villaggio/parco tematico” mettendo a regime i poli di attrazione, cioè un sistema villaggio con una sua nitida immagine complessiva e con valenze interne autentiche, visibili, fruibili ed interattive.
Ogni polo cioè deve rimandare ad un altro in modo da offrire tutte le opportunità e le motivazioni ampliando continuamente le occasioni.
Con la caratterizzazione a poli cresce il potere di richiamo, perché la proposta tematica risulta molto evidente e visibile e perché poi ogni polo rimanda ad un altro.