Icc: per i consumi il dato peggiore dell’ultimo anno
Indicatore dei Consumi Confcommercio: riduzione del 2,8 per cento su base annua. Quinto risultato negativo consecutivo da dicembre scorso, il peggiore da marzo 2011. Calo dello 0,3 per cento su base mensile.
L’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala ad aprile una riduzione del 2,8% in termini tendenziali – quinto risultato negativo consecutivo da dicembre scorso e il peggiore da marzo 2011 – ed una flessione dello 0,3% rispetto a marzo (tabb. Nel mese di aprile 2012 ci sono state 19 giornate lavorative a fronte delle 20 di aprile 2011. Il dato congiunturale destagionalizzato corretto per i valori erratici e l’effetto dei giorni di calendario, conferma, comunque, la tendenza cedente dei consumi. Stando alle prime stime di Confindustria, a maggio la produzione industriale ha registrato una diminuzione dello 0,6% in termini congiunturali; in ulteriore ridimensionamento sono risultati, nello stesso mese, gli ordinativi (-0,9%). Il quadro potrebbe peggiorare, già a giugno, a causa dello stop produttivo imposto dal sisma di fine maggio in Emilia (Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Bologna con danni nelle province di Mantova e Rovigo), un’area che contribuisce per circa il 4% alla creazione della ricchezza nazionale. Come già segnalato nei mesi precedenti, il sensibile aumento dei disoccupati (oltre 600 mila in un anno) è solo in parte imputabile alla riduzione del numero di occupati, riflettendo essenzialmente una diminuzione degli inattivi tra i 15 ed i 64 anni. Sulla riduzione di questa componente della popolazione hanno influito sia i mutamenti del sistema pensionistico, che hanno determinato un ampliamento della quota di occupati con oltre 55 anni, sia le difficoltà reddituali delle famiglie con l’ingresso sul mercato di fasce di popolazione che in passato si erano mostrate meno disponibili. In linea con il deteriorarsi del quadro macroeconomico di riferimento, il sentiment delle famiglie e delle imprese ha registrato, a maggio, un ulteriore peggioramento: famiglie e imprese non vedono, nell’orizzonte del breve periodo, la possibilità di un’inversione di rotta. La dinamica tendenziale dell’ICC di aprile riflette un aumento dello 0,5% della domanda relativa ai servizi ed una decisa riduzione della spesa per i beni (-4,0%). Il dato di aprile, segnala un deciso ridimensionamento dei volumi acquistati dalle famiglie rispetto allo stesso mese del 2011 (-2,8%). Il quadro d’insieme evidenzia un deterioramento della domanda per quasi tutte le macrofunzioni di spesa che compongono l’ICC. La riduzione più sensibile ha interessato, come di consueto, il segmento relativo alla mobilità (-16,0%), che sconta anche gli effetti del progressivo e deciso appesantimento del carico fiscale. Anche segmenti di consumo quali i beni e i servizi ricreativi e le spese per i beni e servizi per la cura della persona, che nei mesi precedenti avevano segnalato una certa dinamicità, hanno mostrato, ad aprile, una dinamica non favorevole, con una stasi dei consumi rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Continuano a fare eccezione alla generalizzata tendenza alla riduzione, i consumi per i beni e i servizi per le comunicazioni (+5,0), che segnalano peraltro un tasso di crescita decisamente più contenuto rispetto a quanto registrato nei mesi precedenti.
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