Il Governo “scommette” sulla crescita
Dopo Monti anche Passera sparge ottimismo: "si stanno creando tutte le condizioni per far sì che il Paese possa rimettersi a crescere". Si punta su infrastrutture, lavori, riforme fiscali.
”Si stanno creando tutte le condizioni per far si’ che il Paese possa rimettersi a crescere” e il traguardo, per il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, si può raggiungere già quest’anno ”facendo e accelerando sia le riforme sia l’afflusso di risorse all’economia”. Risorse che Passera quantifica in ”oltre 100 miliardi di interventi anche nel breve medio periodo, tra infrastrutture, lavori, riforme fiscali a favore delle aziende che investono, recupero dello scaduto”. Se sabato il premier Mario Monti aveva detto che l’Italia ”ritroverà presto la crescita”, il ministro dunque si spinge oltre e afferma che l’obiettivo potrebbe essere centrato nel 2012, grazie a iniziative che a suo dire ”fanno ben sperare che nel corso dell’anno si possa cambiare segno”. Per spargere ottimismo, entrambi hanno scelto la stessa platea: il Salone del mobile di Milano, metafora della situazione italiana. Per Monti, infatti, il settore, capace in questi anni di reggere alla crisi e di continuare a crescere sui mercati esteri, esprime ”entusiasmo e un senso di capacità di farcela”. Per Passera dimostra ”che l’Italia non solo ce la può fare, ma che ce la può fare alla grande e meglio di altri”. Certo, il compito del governo ”è difficile”, ammette il ministro, e ci sono da risolvere i problemi delle aziende, strangolate da un sistema bancario che per tanti ha chiuso i
rubinetti del credito e da una pubblica amministrazione che spesso mette in difficoltà le imprese ritardando i pagamenti. Questioni sulle quali Passera assicura da un lato ”la disponibilità e l’impegno da parte del Governo a creare i presupposti per il ripagamento dello scaduto”, sottolineando dall’altro che ”dopo mesi oggettivamente difficili iniziano a vedersi alcuni segnali di positività e di crescita anche sul credito”. In ogni caso, come ribadito da Monti, anche per Passera ”non c’è alternativa se non demagogica al rigore” e la barra dei conti pubblici va tenuta dritta, perché ”se noi dessimo la sensazione che non abbiamo quelli sotto controllo, i tassi andrebbero a livelli tali e la non disponibilità a investire nei confronti dell’Italia sarebbe tale che qualsiasi iniziativa di crescita sarebbe impossibile. E’ chiaro che noi dobbiamo metterci tutto il resto”. Un ‘resto’ cui ora si aggiunge un tassello, quello della riduzione della spesa pubblica, sulla quale, dice Passera, ”ci sono resistenze” nella pubblica amministrazione, per esempio nei diversi costi sanitari delle Regioni e nelle altre tipologie di spesa, dai sistemi informatici al taglio degli affitti, ma anche ”grande disponibilità, grande voglia” di recuperare soldi che potrebbero ritornare ai cittadini.
Compiti ”difficili”, insomma, che nessuno, ammonisce Passera, dovrebbe complicare ulteriormente trascinando ministri e governo nell’agone della politica e dei partiti. ”Il lavoro di questo governo è molto difficile – dice il ministro prima di lasciare Fieramilano – e chiunque voglia dare una connotazione di altro genere lo rende semplicemente piu’ difficile”.
Intanto si è appreso che il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, starebbe lavorando per confezionare il primo paper sulla spending review, a seguito dei bilanci dei Ministeri. Non ci dovrebbero essere cifre, ma individuazioni di criticità che poi saranno discusse collegialmente con gli altri dicasteri per la fase attuativa. L’obiettivo principale della spending review è garantire che la dinamica della spesa indicata nel Def e frutto delle precedenti manovra, si realizzi e con essa il pareggio di bilancio.
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