Imposta di soggiorno a Narni, anche Faita Umbria Confcommercio dice NO | Confcommercio

Imposta di soggiorno a Narni, anche Faita Umbria Confcommercio dice NO

“E’ dannosa e iniqua”, dice Claudio Baldoni, presidente delle imprese turistico ricettive all’aria aperta aderenti a Confcommercio Umbria.
giovedì 3 Maggio 2018 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

“L’imposta di soggiorno a Narni, introdotta all’inizio della stagione turistica, non è solo inopportuna e dannosa per il turismo narnese, è anche palesemente iniqua per una categoria di imprese turistiche, visto che incide per una percentuale altissima – dal 15 al 20% – sul costo di un pernottamento nelle strutture turistico ricettive all’aria aperta del Comune di Narni. Una scelta che penalizza enormemente l’unico campeggio del territorio, rispetto agli altri campeggi che operano nei Comuni limitrofi e rispetto alle altre tipologie di ricettività. Per non parlare del fenomeno della sosta selvaggia dei camperisti, che non pagano alcuna imposta di soggiorno”.

Claudio Baldoni, presidente di Faita Umbria, l’organizzazione delle imprese turistico ricettive all’aria aperte aderenti a Confcommercio, riapre la questione imposta di soggiorno a Narni, sottolineando anche l’assenza di una risposta da parte dell’amministrazione comunale alle osservazioni e richieste avanzate ufficialmente dall’associazione delle imprese.

“Il regolamento che disciplina a Narni l’imposta di soggiorno, introdotta dal Comune nonostante il NO puntualmente motivato delle categorie economiche – aggiunge Baldoni – prevede una tariffa di 1,5 euro per ogni notte che si trascorre in una struttura all’aria aperta.
In altre realtà turistiche regionali, perfino nell’area del Trasimeno dove è forte la presenza di campeggi, l’imposta di soggiorno incide per una percentuale che arriva al massimo allo 0,35%.
Il confronto penalizza enormemente, e in modo del tutto ingiustificato, l’unico campeggio presente a Narni, un territorio dove non è stata peraltro risolta l’annosa questione delle soste dei camperisti in aree non attrezzate.

I camperisti che non hanno a disposizione aree pubbliche attrezzate e non utilizzano le strutture private come i camping, che permettono tra l’altro anche solo di scaricare i materiali organici a costi giornalieri minimi, sostano dove capita – a Narni, spesso nel parcheggio del Suffragio, dove però in questi giorni di festa non sono ammessi i camper, che affollano allora l’area della Valletta (nella foto) – con tutte le conseguenze negative connesse, sfuggendo anche all’applicazione della tassa di soggiorno.

Di fronte alle nostre osservazioni e alla precisa richiesta di rivedere il regolamento sull’imposta di soggiorno – conclude il presidente Baldoni – il Comune non ha ancora fornito una risposta ufficiale. Il tempo però stringe, la stagione turistica si presenta difficile e le imprese hanno bisogno di risposte veloci, che non penalizzino l’iniziativa imprenditoriale. Il rilancio del turismo a Narni non passa certo attraverso l’imposta di soggiorno”.