Imposta pubblicità, a Perugia un vademecum per evitare controversie | Confcommercio

Imposta pubblicità, a Perugia un vademecum per evitare controversie

Raccogliendo le proteste di molti imprenditori rispetto al comportamento della concessionaria Dogre a proposito dell'applicazione dell'imposta su pubblciità e insegne, 5 associazioni hanno chiesto al Comune di Perugia un vademecum per stabilire comportamenti chiari.   

martedì 9 Ottobre 2012 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

Un vademecum contenente  regole di comportamento e modalità operative chiare, così da regolamentare gli elementi di discrezionalità, condiviso tra le parti per evitare malcontenti, polemiche e contestazioni. E’ questa la richiesta che Cna, Confartigianato, Confesercenti, Confindustria e Confcommercio di Perugia hanno rivolto – ottenendo un pieno assenso – all’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Perugia Giuseppe Lomurno e, in rappresentanza del Sindaco, al Capo Gabinetto Luca Conti, per dare una risposta concreta al problema, “trasversale” a tanti settori, delle imposte di pubblicità e pubbliche affissioni nel comune di Perugia e della gestione dell’attività esattoria da  parte della Dogre srl, la concessionaria del servizio di Gestione delle attività di liquidazione, accertamento e riscossione dei tributi e delle entrate del Comune di Perugia.
A fronte di diverse lamentele e segnalazioni da parte degli imprenditori su comportamenti della Dogre ritenuti lesivi, e di un anomalo e progressivo aumento sia delle notifiche di accertamento di imposta, che degli inviti a comparire a seguito di presunte violazioni delle norme, le associazioni si sono attivate e hanno incontrato i rappresentanti dell’amministrazione comunale, trovandoli pienamente disponibili a definire entro fine anno, attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico, uno strumento – appunto il vademecum – che darebbe a  tutte le parti coinvolte certezza dei propri diritti e doveri, in modo da evitare i presunti abusi, gran parte del contenzioso in essere e il diffuso malcontento tra le imprese.
Le associazioni, affermando la legittimità dell’applicazione dell’imposta nei casi e nei modi previste dalla legge, hanno censurato le interpretazioni estensive dalla norma, chiedendo nell’immediato al Comune di intervenire presso la Dogre per far cessare comportamenti assolutamente censurabili, soprattutto in fase di avvio dell’iter attraverso le “prove fotografiche”, fatte spesso senza presentarsi e soprattutto senza contestare immediatamente le eventuali violazioni riscontrate.
Questi comportamenti – è stato fatto notare – sono estremamente dannosi: creano infatti un crescente senso di insofferenza verso la Dogre e conseguentemente verso il Comune; costringono gli utenti a spostamenti e perdite di tempo per capire ed eventualmente opporsi a quanto contestato, facendo valere una “giusta causa”;  inducono le imprese a ridurre progressivamente – anche a causa della crisi economica – gli investimenti in pubblicità. Le associazioni chiedono dunque un cambiamento negli atteggiamenti della Dogre, che sia ispirato ad un maggior equilibrio, rendendo più chiaro e trasparente il quadro “relazionale” tra concessionaria e contribuente.