Pronto lo stop all'aumento Iva, ma c'è l'incognita crisi | Confcommercio

Pronto lo stop all’aumento Iva, ma c’è l’incognita crisi

Nel pomeriggio il Consiglio dei Ministri dovrebbe approvare una 'manovrina' da circa 3,5 miliardi con il rinvio dell'aumento Iva, ma è tutto subordinato al chiarimento tra le forze politiche. In vista un ritocco delle accise sulla benzina.

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martedì 24 Settembre 2013 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

Una ‘manovrina’ da circa 3,5 miliardi con lo stop all’aumento dell’Iva (1 miliardo), la correzione di rientro del deficit (1,6 miliardi), il rifinanziamento delle missioni all’estero (3-400 milioni) e della cig in deroga (circa 500 milioni). E’ quella a cui sta lavorando il Tesoro in vista del Consiglio dei ministri che dovrebbe essere convocato nel pomeriggio dopo il previsto vertice tra il premier Letta e il Capo dello Stato per fare il punto sulla situazione politica (vedi articolo a parte, ndr). Per coprire lo stop dell’aumento dell’aliquota Iva (si tratterebbe di rinviare la stretta di 3 mesi, da ottobre a gennaio 2014, e affidare alla legge di stabilità una revisione organica delle aliquote che potrebbe scattare il prossimo anno) si punta sugli aumenti delle accise sui carburanti, una strada che appare ormai obbligata, ma si sta rivalutando anche l’ipotesi inizialmente scartata: aumentare gli acconti Ires, Irpef e Irap, sfruttando così in pieno la clausola di salvaguardia prevista dal decreto che ha cancellato la prima rata Imu su prime case, fabbricati rurali e terreni agricoli. Si ricorrerà anche a una nuova manciata di tagli alla spesa dei ministeri. Sul tavolo, oltre allo stop all’aumento Iva c’è la correzione da 1,6 miliardi per ridurre il rapporto deficit/Pil al 3% dal 3,1% tendenziale, nel rispetto degli impegni con l’Europa. La copertura potrebbe arrivare da una tranche immediata di dismissioni di immobili per circa un miliardo, dai tagli di spesa e da un aumento dell’accisa sulla benzina (sarebbe di 4 centesimi), Ieri il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha auspicato di procedere con “qualche privatizzazione di immobili entro la fine dell’anno”. Perde quota invece l’ipotesi di rinviare al 2014 parte dei rimborsi dei debiti delle pubblica amministrazione relativi a spese in conto capitale, che come tali impattano sul deficit.