La Legge di stabilità approda in Parlamento
Parte domani al Senato la sessione di bilancio. Si annuncia una vera e propria corsa a ostacoli, con partiti e parti sociali in pressing per cambiamenti incisivi. Tasse sulle casa: il governo precisa che il gettito dalla nuova Tasi sono meno è inferiore a quanto garantito da Imu e Tares.
Comincia domani in Senato l’iter parlamentare della legge di stabilità, una manovra per il 2014 da 11,6 miliardi per la quale si annuncia una vera e propria corsa a ostacoli con il pressing di forze politiche e parti sociali per numerosi cambiamenti. Soprattutto sul versamnte fiscale: se è vero, come detto al momento del varo dal premier Letta, che per la prima volta da anni non si aumentano le tasse, proprio sulle tasse si concentrano infatti gli strali di alcuni partiti. Il tutto senza contare il capitolo lavoro con le parti sociali, imprese e sindacati, sul piede di guerra. Stamattina i sindacati si
riuniranno per decidere eventuali mobilitazioni fino allo sciopero. Sul costo del lavoro la legge prevede meccanismi di contenimento della spesa in tutti i settori, con misure orizzontali che riguardano tutto il pubblico impiego. A proposito del cuneo fiscale il premier Enrico Letta ha anche ieri ribadito, a chi lo ha sentito, di essere favorevole ad una modulazione che tenga conto dei figli e del carico familiare. Mentre sotto il profilo delle tasse sulla casa il governo ha precisato, in merito alle vecchie e alle nuove imposte, che i 3,7 miliardi previsti come gettito dalla nuova Tasi sono meno dei circa 4,7 miliardi garantiti dalla vecchia Imu e dalla componente Tares servizi indivisibili, rispondendo così ad un’ennesima polemica sull’ipotesi “nuova stangata” evocata da diversi falchi del Pdl. Una polemica alla quale ha replicato dallo stesso Pdl il presidente della Commissione Bilancio, Antonio Azzollini: “basta con i giudizi affrettati, bisogna leggere il testo definitivo”. Il minor gettito per i Comuni, ha precisato il Ministero delle Finanze, è compensato da trasferimenti dallo Stato. Il governo dovrà quindi districarsi tra mille richieste cercando di evitare
l’effetto peggiorativo e mantenendo quel rigore necessario per il risanamento con la Commissione Ue, che entro metà novembre si pronuncerà sul lavoro messo a punto dal governo. Si vedrà allora come incidere su quei 11,6 miliardi messi a disposizione (3,5 per sgravi fiscali, 1 miliardo per gli enti territoriali, 500 milioni per pagare i debiti commerciali, 3,9 miliardi per spese inderogabili, 2,5 miliardi per novi progetti di spesa). Di migliorarla con “idee coraggiose” parla il presidente dei
senatori Pdl, Renato Schifani il quale si dice certo che anche i ministri del Pdl faranno la loro parte e che il governo Letta saprà far suoi tutti i suggerimenti a parità di saldi”. Dal Pd, intanto, un suggerimento arriva dal candidato alle segreteria Gianni Cuperlo il quale parla di “alcuni punti fermi irrinunciabili” dei quali si dovrà tenere conto nell’iter parlamentare come l’indicizzazione delle pensioni fino a sei volte il minimo, che deve essere integrale. Quanto agli esodati – ha proseguito – non va bene che siano solo seimila quelli messi in sicurezza. Abbiamo detto che è un impegno morale quello di ricomprendere tutti”.
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