Le piccole imprese eugubine alla prova della crisi | Confcommercio

Le piccole imprese eugubine alla prova della crisi

Affollato convegno promosso dalla Confcommercio locale

 

venerdì 1 Giugno 2012 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

Ha attirato una platea numerosa e qualificata, non solo di imprenditori, il convegno sul tema “Grande crisi, piccole imprese:una sfida possibile”, che si è svolto nei locali del refettorio della Biblioteca Comunale Sperelliana, promosso dalla Confcommercio di Gubbio, che ha voluto così fare il punto sulla realtà del territorio, con particolare riferimento al settore del terziario, rispetto alla critica situazione economica.
Alla serata sono intervenuti Roberto Prosperi, in rappresentanza della Confcommercio della provincia di Perugia, Valerio Vagnarelli, vice presidente della Confcommercio di Gubbio, e Luca Ferrucci, professore ordinario di Economia  e di gestione delle imprese presso la Facoltà di Economia dell’Università di Perugia.
Assente all’ultimo momento l’amministrazione comunale a causa di un improvviso  problema personale dell’assessore alla Sviluppo economico Michela Tinti, delegata dal sindaco Diego Guerrini. Nonostante questa assenza, che, dato lo spessore dell’evento ha destato anche qualche malumore nella platea, in una location d’eccezione si è svolto fino a tarda sera un appassionante dibattito, imperniato sulla lucida relazione di Luca Ferrucci, il quale ha tracciato uno spaccato veramente interessante sull’attuale fase economica, ed introdotto dai dati sulla realtà economica locale forniti dal vice presidente Vagnarelli.
Nell’eugubino il numero di imprese del settore terziario a fine 2011, secondo i dati della Camera di commercio, è rimasto sostanzialmente invariato: 1.519 nel 2011, 1520 nel 2010. “Una sostanziale tenuta – ha dichiarato Vagnarelli – che però non può destare illusioni né sulla situazione di estrema difficoltà in cui versano tantissime imprese del commercio, turismo e servizi, né tantomeno sulle conseguenze: facile prevedere dunque che nel 2012 le chiusure saranno molte. Proprio per questo – ha detto ancora il vice presidente Confcommercio – vogliamo aprire, cominciando da questo convegno, una nuova fase di profonda discussione in ambito cittadino. Ciò nella piena consapevolezza che da questo momento di crisi si può uscire solo grazie a una forte progettualità e soprattutto profondendo un grande impegno personale e collettivo, in cui tutti, a cominciare dalle istituzioni, devono fare uno sforzo eccezionale”.
Partendo dalle dinamiche mondiali, europee, nazionali il professor Ferrucci è sceso nel dettaglio della situazione umbra, sottolineando come negli ultimi anni il Pil regionale abbia subito una contrazione addirittura superiore alla media nazionale.
Riferendosi in particolare all’eugubino, Ferrucci ha evidenziato come la sostenibilità del commercio  dipende prevalentemente da cinque macro segmenti di domanda: residenti, turisti, pendolari per ragioni di lavoro, studenti fuori sede e residenti di aree contigue.
Ha espresso quindi preoccupazione per i dati demografici dell’ultimo censimento  che vedono in particolare crescere la piana Corciano – Perugia Bastia- Assisi Foligno  con un incremento medio del 12,1% a fronte del 2,9 % di  Gubbio.
Questo comporta una dinamica dei servizi commerciali inferiore a parità di reddito  rispetto a quella regionale.
Sul piano turistico inoltre in Umbria i vari segmenti nell’ultimo decennio non denotano crescite significative. Il turismo regionale è inoltre concentrato sul piano territoriale : il 54 % delle presenze si divide tra Perugia Assisi e il Trasimeno.
L’area di Gubbio è abbastanza stabile come quota di mercato regionale attorno ad un misero 5,4%
Insomma, l’eugubino non sta conquistando quote di mercato e semmai la sua  crescita è in linea con la media regionale.
Sul piano generale Ferrucci ha poi precisato che il tessuto economico locale sta soffrendo e occorre individuare quindi nuove traiettorie di sviluppo economico.
In conclusione ha comunque tracciato alcune utili soluzioni: 
1 costruire reti trans locali che integrino anche sul piano turistico Gubbio con altre realtà, per esempio Assisi rispetto all’esperienza francescana
2: attenzione alle reti:vanno di moda ma per fare le reti ci vogliono progetti. E le reti di impresa sono uno strumento e non un fine.
3: dare una identità all’eugubino, per esempio attraverso un polo formativo di eccellenza nazionale nel campo del restauro e dell’artigianato artistico.
4. cogliere l’opportunità della candidatura umbra a capitale europea della cultura  con progetti e iniziative da proporre in questo percorso di avvicinamento al 2019 (eventi e attrattività).
5. la rete infrastrutturale come opportunità di integrazione territoriale: Ancona dista solo 130 km, Assisi km 48, Perugia km 30, Fabriano km 38
6. nuova imprenditorialità high tech.

Gubbio, 1 giugno  2012