Media Valle del Tevere, un territorio in cerca di rilancio
Grazie alle indagini dell’Iscom, il punto su problemi e potenzialità del territorio nel convegno “Il ruolo del commercio per il rilancio delle città e dei borghi la Media Valle del Tevere”, svoltosi a Marsciano, promosso – con il contributo del Gal della Media Valle del Tevere - da Confcommercio della provincia di Perugia e Confesercenti Umbria.
LA RICERCA INTEGRALE
L’identikit tipico dei centri storici delle città e dei borghi della Media Valle del Tevere: ieri tante botteghe artigiane, negozi, residenti, oggi poche attività commerciali, per lo più all’ingresso del centro, molti locali vuoti o trasformati in garage, fuga di residenti. Uno scenario figlio di un modello di sviluppo delle città di quest’area (e non solo) sbagliato nel metodo e nel merito: le errate scelte urbanistiche degli ultimi 30 anni hanno reso le città meno vivibili, meno belle e disorganiche, con tanti problemi di sicurezza, coesione sociale, mobilità, traffico ecc..
E’ questo il quadro emerso dall’indagine dell’Iscom presentata in occasione del convegno “Il ruolo del commercio per il rilancio delle città e dei borghi la Media Valle del Tevere”, che si è svolto il 18 giugno, a Marsciano, nella Sala Gramsci (c/o la Biblioteca Comunale), promosso – con il contributo del Gal della Media Valle del Tevere – da Confcommercio della provincia di Perugia e Confesercenti Umbria.
Le due organizzazioni hanno voluto aprire il dibattito – sottolineando il ruolo che il commercio può avere per la rinascita di borghi e centri storici – sul futuro di un comprensorio che per i suoi numeri è davvero strategico nella realtà umbra, ma i cui paesi e città sono vittime di una forte crisi di identità a causa di scelte urbanistiche e di programmazione che sono giudicate errate, e che hanno avuto forti ripercussioni anche sul tessuto imprenditoriale.
“Le scelte fatte – ha sottolineato nel suo intervento il presidente di Confcommercio Umbria Aldo Amoni – hanno portato all’abbandono graduale dei centri storici, con la creazione di zone residenziali prive di razionalità. In una parola abbiamo assistito al primato del mattone sulle esigenze di residenti e imprenditori”.
Il convegno, a cui hanno partecipato, oltre ad Amoni, il sindaco di Marsciano Alfio Todini, il presidente del Gal Walter Trivellizzi, Sandro Gulino, presidente Confesercenti Umbria, in rappresentanza della Regione Leonardo Arcaleni, Resp. U.O.D.T. Politiche dei centri storici, e Giuseppe Chianella, coordinatore piccoli Comuni-Anci Umbria – è partito dalla presentazione, da parte dell’esperto dell’Iscom Ivano Ruscelli, di una analisi di scenario sul territorio del Gal, di una ricognizione del sistema commerciale dell’area centrale di Marsciano e di un’indagine rivolta ai frequentatori del centro di Bastia Umbra, che hanno messo in evidenza l’importanza ma anche le criticità di questo territorio.
La Media Valle del Tevere ha circa 320.000 abitanti (il 35% della popolazione dell’Umbria), e la popolazione residente è in aumento per effetto di fenomeni di immigrazione straniera.
Escludendo Perugia, nell’area sono attive 7.388 imprese del commercio, turismo e servizi.
I flussi turistici sono costituiti da circa 1 milione di arrivi e 2,5 milioni di presenze – concentrati soprattutto nei tre principali poli di attrazione: Perugia, Assisi, Todi – e rappresentano circa il 50% del totale degli arrivi e delle presenze nella regione. A fronte di una consistente domanda turistica, il territorio GAL presenta un’ offerta non solo ampia, ma anche qualitativamente elevata.
Da un punto di vista commerciale nel territorio del GAL ci sono polarità commerciali in sinergia o competizione tra loro, e comunque lo scenario è caratterizzato dalla crisi. Occorre dunque muoversi dalla situazione attuale, riacquistare competitività. Un problema che non riguarda solo gli imprenditori del commercio, ma ad esempio anche i proprietari immobiliari, che debbono essere coinvolti nell’affrontare il problema dei locali vuoti.
Ma soprattutto occorre superare – come ha sottolineato il presidente di Confcommercio Umbria Aldo Amoni – la disorganicità dello sviluppo cittadino, che ha portato ad un’artificiosa contrapposizione tra centro e periferia indotta dall’impoverimento del primo a vantaggio del secondo.
“La politica di cementificazione è probabilmente giunta al suo capolinea – ha detto Amoni – se non vogliamo peggiorare le situazioni in atto dobbiamo lavorare sul riuso intelligente dei tanti spazi dismessi che un’urbanistica maldestra ha creato. Oggi ci troviamo a dover curare un malato, le nostre città, con pochi strumenti, poche risorse ed una volontà politica non sempre favorevole. Le città sono spesso vissute come luogo di consumo di ricchezza: in realtà sono anche luogo di produzione della ricchezza, di aggregazione dell’intelligenza e di creazione di nuovi servizi e di opportunità. Una parte molto importante delle nostre città è concentrata nei centri storici. A favore di questi c’è la L.R. 12/2008 con tutta la strumentazione ad hoc (cabina di regia, progettazione integrata, QSV). Purtroppo, passati quattro anni i risultati sono ancora di là da venire. Se le associazioni di categoria sono disposte a fare la loro parte – promuovendo aggregazione di imprese, centri commerciali naturali, progetti di marketing, innovazione ed ICT nel commercio, partecipazione attiva alle cabine di regia comunali dei QSV, iniziative ed eventi – i Comuni devono rendersi disponibili a rivedere il modello di sviluppo che hanno in mente per le loro città, rimettere in discussione molti atti di programmazione da loro gestiti (Piano regolatore, orari, programmazione commerciale, insediamenti industriali,mobilità e sosta, promozione turistica, rivitalizzazione dei centri storici, ecc.) valorizzando adeguatamente il ruolo del commercio, che è un grande generatore di sviluppo, lavoro e ricchezza”.
LE INDAGINI
Il commercio e il centro di Marsciano
I risultati si basano su sopralluogo tecnico nella località di Marsciano e schedatura dell’offerta di attività economiche del centro urbano.
A Marsciano ci sono diversi “sistemi” commerciali: un parco commerciale (con superstore, e diverse medie strutture specializzate), collocato all’esterno sulla viabilità principale; diversi supermercati collocati a ridosso del centro urbano; il nucleo urbano in cui si sviluppa un’area commerciale naturale (funzione shopping); il centro storico con elementi di pregio storico e artistico e un tempo sede di molte “botteghe”
Fruibilità: alcuni parcheggi sono a servizio dell’accessibilità esterna all’area centrale e un ascensore collega un parcheggio coperto direttamente al centro storico.
Nel centro urbano: ci sono diverse funzioni: un cinema e teatro, luoghi di ritrovo, alcune scuole, alcune vie a vocazione commerciale formano un’area commerciale naturale. Sugli assi commerciali (Via 20 settembre, Via Umberto I e Via Marconi) è stata realizzata una schedatura della rete di attività economiche ed individuate le potenzialità e le criticità. Nel complesso sono presenti in questo sistema 75 locali di cui 58 ospitano attività economiche (negozi, pubblici esercizi, artigiani, agenzie, uffici e banche). Il sistema è specializzato sul settore beni per la persona (29% delle attività); ci sono molte banche e uffici (15%) e 17 locali chiusi; si tratta del 23% del totale; un ‘incidenza elevata che oltre a precludere la continuità commerciale condiziona anche il grado di scelta che il sistema può offrire.
In termini positivi sono da rilevare la presenza di alcune attività “storiche“ per lo shopping che rappresentano dei brand locali e l’esistenza di un logo del Centro Commerciale Naturale di Marsciano in alcune vetrine. Inoltre l’ambiente urbano in termini di qualità è complessivamente elevato con qualche punto di “caduta” della qualità urbana identificabili soprattutto presso i locali chiusi da tempo.
Il centro storico: ieri sede di oltre 50 “botteghe”; ancora sede del mercato del lunedì, sede degli uffici comunali, di eventi legati alla tradizione del territorio; meta di turisti per gli elementi di pregio storico e architettonico; sede di associazioni di volontariato ed enti non profit; raggiungibile da percorso meccanizzato da parcheggio coperto. Livello molto elevato della qualità urbana, caratterizzato anche dalla funzione residenziale. Ci sono ancora alcune attività commerciali ma sono visibili all’ingresso del centro, due locali sede di negozi che si sono trasferiti altrove; molti locali vuoti o trasformati in garage.
Indagine sui frequentatori del centro di Bastia Umbra
L’indagine si basa su 200 interviste effettuate dall’8 al 18 maggio 2012 e rivolte a persone presenti nel centro di Bastia durante l’orario di apertura dei negozi.
Il centro di Bastia non si caratterizza per elevati flussi, ad eccezione del venerdì mattina, momento di svolgimento del mercato settimanale, e parzialmente del sabato. Il centro di Bastia è comunque in grado di attirare un numero discreto di residenti in altri comuni, tanto che il 32% degli intervistati proviene da zone situate fuori dal territorio comunale, in particolare da Assisi (12%) e Perugia (8%).
La caratterizzazione principale di un centro storico di dimensioni come quello di Bastia è la dimensione “ludico-relazionale”: rappresenta un fulcro per le relazioni tra persone, che siano giovani (il 25% del campione ha meno di 24 anni) o meno giovani.
Per questo la motivazione principale della presenza in centro è “Fare un giro” (34%) che si declina anche come “Motivi personali” per il 10%, cioè incontrarsi con amici, parenti, ecc.. Tra i presenti, gli acquisti rappresentano la ragione principale della frequentazione per appena il 14%.
Il consumo non è il motivo principale della visita del centro, tuttavia il 42% ha dichiarato che durante la presenza nella zona ha fatto (o farà) acquisti. Si tratta di una percentuale elevata; è bassa, invece, la quota di incerti (appena il 10% “forse farà acquisti”), a denotare la mancanza del cosiddetto “acquisto di impulso”.
La funzione degli acquisti è quindi associata a quella principale, che è quella ludica e relazionale. Un altro dato dimostra che i frequentatori del centro di Bastia vi acquistano con una certa intensità: il 54% vi fa acquisti almeno una volta a settimana.
La rete commerciale del centro di Bastia non risponde a tutte le esigenze “commerciali” dei suoi frequentatori, tanto che è elevata l’ “evasione per fare acquisti” in comuni diversi da Bastia: il 56% frequenta almeno una volta al mese un altro centro storico; un terzo ci va più raramente; solo il 14% non va mai in altri centri storici per fare acquisti.
La frequenza dei centri commerciali è altresì molto elevata: ben il 66% è un frequentatore abituale, mentre solo il 7% non ci va mai.
Si profila quindi un frequentatore del centro di Bastia assiduo ma che tende a concentrarvi soprattutto piccole spese (bar, giornali, tabacchi, …).
Lo shopping vero e proprio è destinato, almeno in parte, in altri contesti (centro commerciale Collestrada e centro storico di Perugia), anche se il centro di Bastia rimane un punto di riferimento per gli acquisti di abbigliamento e calzature (58% degli intervistati).
La percezione della rete commerciale nel complesso è positiva, soprattutto in termini di qualità e di quantità dell’offerta commerciale che rappresentano i suoi punti di forza: il 78% dà valutazioni positive alla qualità dei negozi, mentre appena il 3% dà valutazioni negative; per quanto riguarda la possibilità di acquisti, per il 73% è buono o ottimo, solo per il 6% è non sufficiente.
I frequentatori del centro di Bastia sono quindi generalmente soddisfatti della sua offerta commerciale, mentre è preoccupante la valutazione sull’arredo urbano, non sufficiente per il 38%: per la prima volta, nelle nostre rilevazioni, la qualità urbana ottiene giudizi più bassi rispetto a quella ottenuta dai parcheggi, che emergono come l’altra criticità (il 36% ha dato giudizio pessimo o scarso).
Si sottolinea però che il tema dell’arredo urbano non è identificato con scarsa pulizia, né con scarsa percezione di sicurezza.
Si nota una discrasia tra la soddisfazione emersa nei confronti degli orari degli esercizi del centro di Bastia, visto che per l’82% vanno bene (sono buoni o ottimi), e il bisogno che il 58% esprime per avere negozi aperti alla domenica. Per il 26 %, addirittura, l’apertura domenicale sarebbe molto utile.
Si sottolinea la differenza nelle esigenze emerse rispetto alle aperture domenicali e a quelle durante le Festività (Natale, Primo Maggio, …), abbastanza o molto utili per il 27%: le Festività Nazionali sono vissute ancora come un momento di incontro tra parenti, amici, e conoscenti, oppure di evasione ma al di fuori della rete dei negozi.
L’apertura domenicale nei centri di medio piccole dimensioni come Bastia risulta quindi un servizio aggiuntivo che i negozi possono offrire ai loro frequentatori, ma tuttavia è da valutare se questo coincide con le aspettative dei suoi frequentatori, oppure se non sono più i centri principali, come Perugia, a dover sfruttare la liberalizzazione degli orari di apertura.
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