“Nessun futuro fuori dall’Europa, rispettare gli impegni presi”
Abi, Ania, Alleanza Cooperative e Rete Imprese Italia insieme: "gli impegni presi con l'Europa sono del Paese e per il Paese, e come tali dovranno essere mantenuti da chiunque sarà chiamato al Governo". "Integrare le ragioni del rigore e della crescita".
Gli impegni presi dall’Italia con l’Europa, in particolare quelli presi con la ratifica del Patto di bilancio europeo il 19 luglio 2012, ”sono impegni del Paese e per il Paese, e come tali dovranno essere mantenuti da chiunque sarà chiamato al Governo dalla volontà popolare”.
E’ quanto auspicano Abi, Ania, Alleanza Cooperative e Rete Imprese Italia in un comunicato congiunto in cui rilevano, però, la necessità di una ”più compiuta e forte integrazione tra le ragioni del rigore e le ragioni della crescita e della coesione sociale”. ”’Il confronto elettorale – si legge nella nota – è la massima espressione di un Paese democratico. Le prossime elezioni in Italia si ispirano, come ovvio, a tale principio. Le imprese italiane formuleranno per tempo le loro proposte sia in tema di politica economica per la crescita che in tema di stabilità dei conti pubblici.
Oggi, mentre il Governo è nel pieno delle sue funzioni, e mentre i partiti iniziano a ragionare sui loro programmi, riteniamo necessario ribadire con forza due concetti”. ”Gli impegni assunti dal Governo verso la Comunità Europea – proseguono – in particolare quelli presi con la ratifica del Patto di bilancio europeo il 19 luglio 2012, sono impegni del Paese e per il Paese, e come tali dovranno essere mantenuti da chiunque sarà chiamato al Governo dalla volontà popolare. Il rispetto di tali impegni, infatti, non consente soluzioni di continuità. Diversamente, prima ancora dell’equilibrio dei conti pubblici, verrebbero meno la credibilità, il ruolo e il peso che il nostro Paese merita in Europa e nel mondo”. ”Ciò non toglie – secondo le imprese – che, a nostro avviso, compito preciso del Governo che verrà sarà proprio quello di sospingere l’avanzamento di un’agenda europea ed italiana, caratterizzata da una più compiuta e forte integrazione tra le ragioni del rigore e le ragioni della crescita e della coesione sociale. Non vi è futuro per l’Italia fuori dall’Euro e dall’Europa, così come non vi è futuro per l’Europa senza l’Italia”.
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