Norcia e Cascia, la crisi si sente forte
La tradizionale e consolidata vocazione turistica non ha impedito che anche Norcia e Cascia risentissero fortemente della crisi economica e del crollo dei consumi. Il punto del presidente e del vice presidente della Confcommercio Valnerina.
La tradizionale e consolidata vocazione turistica non ha impedito che anche Norcia e Cascia risentissero fortemente della crisi economica e del crollo dei consumi.
La Confcommercio Valnerina lancia l’allarme. “A Norcia – sottolinea il presidente Fabio Brandimarte – la crisi c’è, eccome. Il settore commerciale ha subito un’importante flessione, mentre resta, fortunatamente, stabile l’andamento del flusso turistico. C’è un aumento delle attività commerciali sproporzionato ai reali bisogni – ammonisce Brandimarte – ed il settore edile è ormai fermo. La crisi investe tutto il tessuto economico”.
Il rappresentante dei commercianti sottolinea come, in questo contesto, a livello locale bisogna puntare su strategie di sviluppo invovative del territorio, che abbandonino le logiche dei vincoli e dei divieti a favore di politoche di piena valorizzazione, sfruttando al massimo il ricco patrimonio naturalistico che vanta la Valnerina. Se così non fosse anche le presenze turistiche rischiano di ridursi progressivamente.
Anche a Cascia i nodi vengono al pettine e la crisi del commercio è sempre più pesante.
Claudia Mannelli, vicepresidente e referente Confcommercio per il comune di Cascia, spiega come il crollo dei consumi, il diminuito potere d’acquisto, i timori sull’occupazione e l’erosione dei risparmi siano all’origine di ciò che sta accadendo.
“Nessun nuovo filone turistico è stato intercettato – denuncia – e registriamo un calo di vendite che si avvicina al 30%; i turisti ci sono, ma spendono sempre meno. Questa situazione fa presagire uno scenario tutt’altro che favorevole. Paesaggio, clima, arte, buona cucina e spiritualità non sono più sufficienti ad attrarre visitatori e rilanciare i consumi. La stagionalità è sempre stata un nostro handicap: adesso che anche l’estate fa registrare risultati negativi – è il suo grido di allarme – cosa succederà da ottobre in poi? Quanti saranno gli esercizi che abbasseranno la saracinesca per non riaprirla?”
Queste gli interrogativi che affliggono i commercianti casciani, che vorrebbero rialzare la testa dopo questi mesi in cui hanno lavorato solamente per cercare almeno di coprire le spese.
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