Pagamenti: "Urgente correggere l’articolo 62" | Confcommercio

Pagamenti: “Urgente correggere l’articolo 62”

Nota congiunta di Confcommercio e Confindustria che chiedono a Governo e Parlamento un intervento sulla nuova disciplina delle relazioni commerciali nei settori agricolo e distributivo. "La norma sta creando più problemi di quelli che c'erano prima".

domenica 25 Novembre 2012 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

“Sono urgenti alcuni correttivi all’articolo 62 del DL Crescita per ridurne l’eccessivo formalismo e riportare la disciplina dei termini di pagamento nel solco delineato dalla Direttiva europea. Questi obiettivi possono essere raggiunti soltanto attraverso un intervento normativo, quindi auspichiamo che Governo e Parlamento non rimangano sordi di fronte a una richiesta che giunge dalle più importanti organizzazioni rappresentative dei produttori e dei distributori”: così Confindustria e Confcommercio commentano, in una nota congiunta, la disciplina che regola le relazioni commerciali nel settore agricolo e distributivo, entrata in vigore da meno di un mese. “La norma – prosegue la nota – sta creando più problemi di quelli che era stata chiamata a risolvere, a causa delle rigidità dell’articolo 62 che in origine doveva correggere situazioni di significativo squilibrio nelle relazioni commerciali. L’articolo 62, invece, è diventato un fattore distorsivo all’interno della filiera, con pesanti ripercussioni sugli operatori. La previsione di un regime inderogabile per la forma dei contratti e per i termini di pagamento è sproporzionata e ingiustificata anche perché, nel frattempo, il Governo ha attuato la Direttiva europea sui ritardi di pagamento. Il decreto che recepisce la Direttiva, infatti, rappresenta un approdo equilibrato perché, nei rapporti tra privati, tutela l’autonomia delle parti e previene comportamenti iniqui attraverso adeguati presidi”. “E’ quindi incoerente – concludono Confindustria e Confcommercio – lasciare in vita per il settore agricolo e alimentare un sistema che non soddisfa nessuno e che sta arrecando effetti indesiderati anche al di fuori della filiera”.