Regole certe con la Legge del commercio, Confcommercio vince il primo round
Si tratta di un fatto senza molti precedenti, dal punto di vista procedurale. I componenti la Commissione hanno però ritenute fondate le richieste della Confcommercio Umbria, che da tempo denuncia la mancanza di indicatori e criteri certi, che forniscano un quadro normativo preciso entro il quale gli imprenditori possono orientare i loro investimenti nel settore distributivo, secondo un criterio di equità.
“Se non c’è un quadro normativo chiaro a livello regionale – ha ribadito Confcommercio Umbria – non si possono programmare investimenti, che riguardino la piccola o la grande distribuzione. Il futuro del commercio in Umbria non può essere lasciato alla discrezionalità dei singoli Comuni.
La decisione della Commissione ci consentirà, auspichiamo, di riaprire il confronto con la Regione sui criteri attraverso i quali può e deve essere governato, oggi, lo sviluppo del commercio in Umbria”.
Questa la cronaca dell’audizione in seconda Commissione, secondo l’Acs, l’Agenzia di informazione a cura dell’Ufficio stampa del Consiglio regionale dell’Umbria.
“Servono regole precise per quanto riguarda le autorizzazioni relative alle grandi superfici commerciali, prevedendo perimetri chiari nei quali le amministrazioni locali possono muoversi. Va in ogni modo tutelato il territorio attraverso un regolamento vincolante. I principi previsti nella normativa applicativa del Testo unico del Commercio vanno trasformati in criteri ed indicatori. La Giunta regionale deve tenere maggiormente conto dell’uso del territorio e della tutela del paesaggio”. È quanto emerso stamani in Seconda Commissione, presieduta da Eros Brega, chiamata a dare il proprio parere sulla proposta di regolamento attuativo del Testo unico del Commercio (legge regionale n. ’10/2014′ relativamente agli articoli 10 e 10bis) e che ha ascoltato in audizione rappresentanti di Confcommercio ed il presidente del Consiglio delle autonomie locali (Cal).
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