Saldi invernali al via: 359 euro la spesa media per famiglia | Confcommercio

Saldi invernali al via: 359 euro la spesa media per famiglia

Anche in Umbria, come nella maggior parte delle regioni italiane, i saldi invernali partono il 5 gennaio, e dureranno 60 giorni. Secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio ogni famiglia spenderà 359 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento ed accessori. Federmoda-Confcommercio sulle previsioni: “Speranza  sì, ma cauta”.

martedì 1 Gennaio 2013 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

Speranza sì, ma cauta. E’ lo stato d’animo generalizzato con cui i commercianti si apprestano a vivere l’inizio dei saldi, che in Umbria, come nella maggior parte delle regioni italiane, prenderanno il via ufficialmente il 5 gennaio e dureranno 60 giorni. Secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio nazionale, ogni famiglia spenderà 359 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento ed accessori, per  un valore complessivo di 5,6 miliardi di euro, pari al 18% del fatturato annuo del settore.

STIMA DEI SALDI INVERNALI 2013
VALORE SALDI INVERNALI (miliardi di euro):  5,6
PESO % SALDI INVERNALI SU TOTALE SPESA ABBIGLIAMENTO E CALZATURE: 18,0
NUMERO FAMIGLIE ITALIANE (milioni): 25,5
NUMERO FAMIGLIE CHE ACQUISTA IN SALDO (milioni): 15,8
ACQUISTO MEDIO A FAMIGLIA PER SALDI INVERNALI (euro): 359
NUMERO MEDIO DEI COMPONENTI PER FAMIGLIA: 2,4
ACQUISTO MEDIO A PERSONA NEI SALDI INVERNALI (euro): 150

“I saldi – commenta Carlo Petrini, presidente di Federmoda Confcommercio della provincia di Perugia – rappresentano un appuntamento annuale irrinunciabile per i consumatori, che possono soddisfare una necessità e/o un desiderio con l’acquisto di un capo di qualità a prezzo più accessibile. Veniamo da una stagione  autunno/inverno partita col freno tirato e da un mese di dicembre fortemente negativo, quindi tutti gli operatori attendono con ansia questo momento come una boccata di ossigeno, per muovere un po’ il mercato, anche se la crisi generalizzata dei consumi  e la dimensione pesantissima che essa ha assunto in particolare nel settore abbigliamento e calzature non ci consentono realisticamente di avere grandi aspettative e c’è il forte timore di un andamento molto modesto. Questa situazione economica così pesante e la necessità per le aziende di “fare cassa” è certamente la ragione principale dei “saldi anticipati” che  sempre più si vedono in giro: fenomeno contrario alla legge, ma che trova  terreno fertile nell’emergenza economica, nella confusione tra saldi e vendite di liquidazione, e  anche nel fatto che la data di inizio dei saldi non è ancora omogenea a livello nazionale, provocando così una concorrenza forte tra regione e regione a cui alcuni reagiscono facendo i “saldi privati”.  La nostra associazione – continua Petrini – svolge un ruolo sia di informazione che di vigilanza, ma certo non siamo noi chiamati a fare i “gendarmi”. Federmoda Confcommercio peraltro è perfettamente consapevole che, così com’è oggi, il discorso saldi è diventato abbastanza ingestibile, con il rischio evidente che le regole vengano aggirate da alcuni a danno di altri: per questo a febbraio il sindacato terrà una assemblea nazionale nella quale affronterà questo problema prioritario, anche se una soluzione è tutt’altro che facile da trovare”.
Di certo per i consumatori i saldi di quest’anno saranno più che mai appetibili perché, data la scarsità di vendite durante la stagione, saranno caratterizzati da qualità, grande ampiezza di assortimento e soprattutto prezzi allettanti, con percentuali di sconto elevate”.

Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi di base:

1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.
5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.