Tares, appello ai sindaci per rivedere i regolamenti comunali | Confcommercio

Tares, appello ai sindaci per rivedere i regolamenti comunali

Rivedere il regolamento della Tares per rendere questo tributo meno penalizzante nei confronti delle imprese, attraverso un preciso “pacchetto” di modifiche: Confcommercio della provincia di Perugia ne ha individuate cinque da apportare al più presto e le ha suggerite a tutte le amministrazioni comunali del territorio, in una lettera ai sindaci che è anche un accorato appello perché si venga incontro alle aziende del terziario di mercato, alle prese con una crisi durissima.

lunedì 7 Ottobre 2013 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

“Ora che la crisi sta gettando le imprese, in particolare le nostre, sull’orlo della disperazione – scrive nella lettera ai sindaci umbri il presidente della Confcommercio Giorgio Mencaroni – non sono più sopportabili né sono giustificabili inique differenze a parità di condizioni. Le nostre imprese le hanno dovute tollerare per anni e non possono più farlo. 
E’ urgente apportare correttivi per non assestare un ulteriore duro colpo a negozi, pubblici esercizi, attività ricettive e di servizio in genere, alle prese con il crollo dei consumi e allo stesso tempo sottoposte a una miriade di imposte e tasse, vecchie e nuove.
Dato il continuo susseguirsi di modifiche, precisazioni e dilazioni in materia – insiste Mencaroni nel suo appello ai sindaci dei Comuni umbri – chiediamo di attuare una revisione ai regolamenti Tares, quale mossa concreta per alleggerire il peso della tariffa rifiuti sulle attività del commercio, turismo e servizi, utilizzando la possibilità di prorogare la chiusura del bilancio di previsione al 30 novembre”.

In particolare sono cinque le modifiche che Confcommercio suggerisce di introdurre:

1-  prima di tutto, escludere dalla tassazione – così come previsto dal decreto “sblocca  debiti” – le aree scoperte pertinenziali e accessorie, che in attività come negozi al dettaglio, alberghi, concessionari d’auto e distributori di carburanti hanno una forte incidenza, peraltro senza essere operativamente utilizzate;
2 –  in secondo luogo, prevedere aliquote differenziate a seconda dell’effettiva destinazione d’uso della superficie, distinguendo, ad esempio, le aree di deposito o quelle di sola esposizione da quelle effettivamente utilizzate per l’attività;
3 –  prevedere, inoltre, una riduzione delle tariffe locali (quindi anche della componente rifiuti della Tares) per quelle imprese che assumono giovani o lavoratori over 50 visto che il beneficio sociale per il territorio andrebbe certamente, ed a stretto giro, a compensare il minor introito;
4 –  consentire il rinvio al 2014 di una o più rate di Tares dovute per il 2013, così da dare ancora un po’ di respiro alle imprese in questa fine d’anno particolarmente pesante sul fronte delle imposte;
5 –  rivedere, soprattutto, la distribuzione dei pesi tra le varie categorie economiche attraverso una seria riponderazione dei coefficienti, sempre nel rispetto dei range che il decreto ministeriale consente, in modo da evitare le forti sperequazioni che finora hanno penalizzato le imprese del terziario rispetto a quelle di altri settori economici.
Basti pensare che un’attività commerciale come un albergo, per esempio, si è vista fino ad oggi applicare un coefficiente del tutto ingiustificato rispetto alla effettiva produzione di rifiuti, costringendo così l’imprenditore a pagare di fatto il “vuoto per pieno”. Altre attività, che spesso sono produttrici di maggiori quantità di rifiuti, godono inspiegabilmente di regimi di favore non ancorati al principio oggettivo del “chi inquina paga”.
“Ci rendiamo conto – conclude Mencaroni – che le amministrazioni locali sono alle prese con forti ristrettezze economiche, ma siamo convinti che l’impegno straordinario per non penalizzare la rete distributiva del territorio servirebbe a preservare l’occupazione e a tutelare il servizio di vicinato.
Negozi e pubblici esercizi rappresentano infatti un patrimonio non solo economico, ma anche sociale e di servizio per i nostri centri storici, i quartieri e i paesi dell’Umbria.”