Turismo in Umbria, come rafforzare e rendere stabile il trend positivo
Buono il ponte dell’Immacolata; positivi gli indicatori per il periodo di Natale e fine anno. Cosa manca al turismo umbro per imboccare definitivamente la via della ripresa?
“I dati del turismo umbro – commenta Simone Fittuccia, presidente Federalberghi Confcommercio della provincia di Perugia – dicono che la nostra regione sta lentamente risalendo la china, dopo la crisi profonda del post terremoto, nell’ambito di un più generale e significativo rilancio della destinazione turistica Italia. Dobbiamo rafforzare e rendere stabile il nostro trend, utilizzando tutte le leve a nostra disposizione.
Le imprese, che in questi anni durissimi spesso sono riuscite a sopravvivere azionando al ribasso la leva dei prezzi, riducendo drasticamente i ricavi e redditività, dovranno continuare a lavorare molto per ottimizzare il loro posizionamento nel mercato turistico.
Allo stesso tempo, le istituzioni dovranno fare ancora più concretamente la loro parte: se vogliamo cogliere appieno i segnali di ripresa del settore è necessario che tutto il sistema territoriale sia orientato in questa direzione.
Bene la campagna di commercializzazione della Regione – aggiunge il presidente Fittuccia – ma vorremmo che le risorse spese in questo periodo “speciale” e straordinario diventassero la normalità per una regione che dice di avere il turismo quale propria priorità.
Bene gli interventi regionali per la riqualificazione a supporto delle imprese ricettive che, pur nella difficoltà del settore, hanno deciso di investire nel turismo. Ma le imprese stanno ancora aspettando dalla Regione di sapere come potranno accedere ai contributi economici destinati a chi ha subito un danno indiretto da terremoto. Più tempo passa e più le imprese rischiano di non essere nelle condizioni di cavalcare la ripresa.
Ci sono poi i problemi “storici” del settore. Penso alla eccessiva tassazione locale, a partire da IMU e TARI, che andrebbe affrontata in termini di equità.
Penso alla lotta ad abusivismo ed elusione, che solo pochi Comuni in Umbria sembrano voler prendere sul serio, nonostante le ripetute segnalazioni di Federalberghi e l’esistenza di strumenti concreti che, ora anche a livello nazionale, sono a loro disposizione.
Penso alle norme sugli affitti brevi e all’applicazione nei loro confronti dell’imposta di soggiorno.
Alcuni Comuni che hanno introdotto l’imposta di soggiorno – conclude il presidente di Federalberghi della provincia di Perugia Simone Fittuccia – hanno anche iniziato, finalmente, a condividere con le imprese ricettive le scelte su come utilizzare almeno una parte del loro incassi a fini turistici.
Altri, a cominciare da Perugia, continuano ad incassare risorse importanti dai turisti, attraverso gli albergatori, utilizzandole per tappare i buchi dei loro bilanci, senza nemmeno un confronto con le imprese ricettive. Non è questo il modo per fare sistema, a beneficio di questo settore e dell’intera economia del territorio”.
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