Una firma per dire BASTA!
7 – 13 maggio, settimana di mobilitazione Confcommercio Umbria contro le scelte del governo e per la ripresa dell’economia
Una firma per dire BASTA! Basta a nuove tasse per imprese e cittadini, a privilegi, sprechi e innefficienze. Imprese e famiglie, insieme, chiedono politiche per lo sviluppo, per il rilancio dei consumi, dell’economia e del lavoro.
Questo il messaggio con cui Confcommercio dell’Umbria accompagna la sua iniziativa di mobilitazione, contro le scelte del governo e per la ripresa dell’economia, che interesserà tutto il territorio regionale, nel corso della prossima settimana, dal 7 al 13 maggio.
Una serie di gazebo saranno allestiti nelle principali piazze umbre per raccogliere le firme dei cittadini. Personale Confcommercio visiterà le imprese, alle quali si chiederà di condividere le dieci richieste che saranno presentate, insieme ad altre strutture territoriali della organizzazione (Torino, Pordenone, Pesaro…) ai ministri del governo che Confcommercio incontrerà a fine maggio, a Roma.
“Gli imprenditori umbri sono allo stremo e vogliono far sentire la loro voce”, ha detto Giorgio Mencaroni, presidente della Confcommercio della provincia di Perugia, nel presentare l’iniziativa nel corso di una conferenza stampa, a Perugia, alla quale ha presto parte anche Paolo Cianfoni, coordinatore Confcommercio della provincia di Terni.
“Noi porteremo questa voce dentro i palazzi del governo”, ha aggiunto Mencaroni, “per chiedere misure che ci consentano di fare impresa e di continuare a dare lavoro ai nostri dipendenti e collaboratori. Gli ultimi dati ci dicono che, con le sue imprese commerciali e turistiche, il terziario rappresenta oggi circa il 30% delle imprese totali nella provincia di Perugia, e che lo scorso anno è riuscito in qualche modo a reggere, in termini numerici e occupazionali. Ma la crisi viaggia più veloce delle statistiche: la spirale che ha già investito gli altri settori presto arriverà anche al commercio, che finora ne ha assorbito gli espulsi. Cosa succederà quando i nuovi “sacrifici” imposti dal governo si combineranno con il crollo dei consumi, che nella provincia di Perugia è arrivato a misurare –3,8%?
Non ci rassegniamo a dover chiudere le nostre attività per eccesso di burocrazia, tasse e balzelli di ogni tipo. Perché le banche ci chiudono gli sportelli. Perché tutti ci obbligano ai sacrifici mentre nessuno ci propone una visione del futuro”.
“Le imprese del terziario, specie se piccole o piccolissime, che avevano riposto aspettative nel nuovo governo dei tecnici, si trovano oggi in una condizione di difficoltà senza precedenti”, ha sottolineato Aldo Amoni, presidente di Confcommercio Umbria. “Rischiano di dover chiudere i battenti, dopo aver impegnato tutto: un patrimonio di risorse, energie, progetti e speranze. Per questo siamo costretti, oggi, a dare vita ad una iniziativa di protesta senza precedenti, nella quale vogliamo coinvolgere le famiglie e i cittadini umbri, costretti, come noi, a pagare il prezzo troppo salato della crisi”.
L’allestimento dei gazebo, dove saranno raccolte le firme, seguirà il seguente calendario:
· Gualdo Tadino: 6 maggio, centro storico
· Gubbio: 8 maggio, mercato
· Assisi: 9 maggio, centro storico
· Umbertide: 9 maggio, mercato
· Santa Maria degli Angeli: 10 maggio
· Perugia: dal 10 al 12 maggio, via Mazzini
· Foligno: dal 10 al 12 maggio, centro storico e mercato
· Spoleto: dal 10 al 12 maggio, centro storico e mercato
· Bastia: 11 maggio, piazza del mercato
· Perugia: 12 maggio, Mercato Pian di Massiano
· Todi: 12 e 13 maggio, centro storico
· Terni: 18-19-20 maggio, piazzale Europa
10 richieste a Governo ed enti locali
TASSE E CONSUMI
Allentare la pressione fiscale per ridare slancio ai consumi, vera leva dell’economia. IMU, IVA, addizionali, accise, tassa di soggiorno, aliquota energia, ecc.: l’Italia è tra i Paesi con la più alta pressione fiscale (oltre il 45%). Banche, fondazioni e partiti sono esentati dall’IMU: UNA VERGOGNA! A causa delle tasse abbiamo perso 10 anni di potere di acquisto. I consumi sono al palo e le imprese pagano un conto salatissimo.
CREDITO
Smetterla di schierarsi sempre dalla parte delle banche che, quando le cose vanno male, “socializzano” le perdite ma, quando vanno bene, pensano solo ai propri profitti e non si mettono al servizio dell’economia! Le imprese sono strozzate dalla mancanza di credito! Chi ha preso i soldi della BCE deve ridarli a famiglie e imprese, non comprarci i buoni del debito pubblico!
STUDI DI SETTORE
Modificare gli Studi di settore per renderli più attinenti alla realtà e riportarli alla funzione per cui sono stati ideati.
AMMORTIZZATORI SOCIALI
Prevedere ammortizzatori sociali anche per i piccoli imprenditori che rimangono senza lavoro, come già avviene per i lavoratori.
SPESA PUBBLICA
Tagliare i rami secchi e ridare risorse a imprese e famiglie! Non basta scongiurare l’ulteriore aumento dell’IVA con i quattro spiccioli che il Governo ha promesso di tagliare: si deve fare di più! L’Italia conta 60 milioni di abitanti e 3,5 milioni di dipendenti pubblici. Il Regno Unito, a parità di popolazione, ne ha “solo” 2 milioni.
COLPIRE LE CASTE
Coinvolgere anche le caste nel necessario processo di liberalizzazione. Finora si è liberalizzato ciò che già lo era (commercio e servizi); si è fatto finta di liberalizzare alcuni settori (notai, taxi, farmacie, servizi pubblici locali), ma le caste sono rimaste intoccabili (banche, assicurazioni, professionisti, ecc.).
EVASIONE FISCALE
Coniugare rigore con equità: i controlli vanno fatti a tutti. E’ facile controllare chi sta in strada come negozi, bar, parrucchieri, alberghi, ecc… Non basta trovare un capro espiatorio per dire di aver sconfitto l’evasione. Noi stiamo con gli onesti, ma non accettiamo che un’intera categoria venga criminalizzata per colpa di pochi!
ABUSIVISMO
Emanare una normativa nazionale specifica, con controlli e sanzioni severi. Il terziario è costretto a sopportare l’offesa di questo mercato parallelo, l’unico che sfugge ad ogni verifica, con grave danno per imprese e cittadini.
COSTO DEL LAVORO
Abbattere il costo del lavoro dipendente per ridare risorse a lavoratori e imprese e una flessibilità in entrata che invogli alle assunzioni.
PICCOLE IMPRESE PER LO SVILUPPO
Dare vita ad una seria politica di rilancio dei consumi interni e ad un progetto di sviluppo, “Servizi 2020”, basato sul terziario, che rappresenta oltre il 45% del valore aggiunto del Paese, e sul turismo, come settore strategico.
Il 95% circa delle imprese italiane sono micro, piccole e medie imprese; sono queste che stanno salvando l’Italia.
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