Vacanze estive: "Gli italiani tirano la cinghia" | Confcommercio

Vacanze estive: “Gli italiani tirano la cinghia”

Secondo il Centro Studi della Fipe, il 40 per cento degli italiani, circa 25 milioni, farà almeno un viaggio nel periodo compreso tra luglio-settembre. Soltanto cinque anni fa, nel 2008, la quota era del 48 per cento, pari a 29 milioni di persone

giovedì 2 Agosto 2012 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

“Mi domando come si possa parlare di giornata da ‘bollino nero’ sulle strade se a mettersi in viaggio saranno solo pochissime persone. Non voglio sottovalutare la prevenzione sulla sicurezza al volante, ma evidenziare che c’è un calo preoccupante di presenze in tutto il comparto del turismo, come dimostrato dai nostri dati”. Lino Stoppani, presidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi aderente a Confcommercio – Imprese per l’Italia, commenta così i dati sul turismo estivo 2012 del centro Studi Fipe. Secondo la ricerca, il 40% degli italiani, circa 25 milioni, farà almeno un viaggio di vacanzanel periodo compreso tra luglio-settembre. Soltanto cinque anni fa, nel 2008, la quota era del 48%, pari a 29 milioni di persone. Durante l’estate i viaggi per motivi di vacanza saranno 32 milioni, l’8,8% meno del 2011 ed il 27% meno del 2008, quando il numero superò quota 44 milioni. Negli ultimi quindici anni mai era stata toccato un valore così modesto.
In termini di presenze la stima è di 302 milioni con una flessione del 9,8% sul 2011 e del 25% sul 2008. L’impatto sui consumi è significativo: meno 2,2 miliardi di euro per il 70% distribuiti su tre settori (servizi ricettivi con -785 milioni di euro, ristorazione con -392 milioni di euro e trasporti con -364 milioni di euro). Il calo del movimento turistico estivo condizionerà pesantemente i risultati dell’intero anno per il quale la stima è 55 milioni di presenze di origine interna in meno rispetto al 2011. “Siamo sicuramente – conclude Stoppani di fronte all’estate più fiacca degli ultimi 15 anni, con una crisi che va da nord e sud, con un forte arretramento anche sulle prospettive di destagionalizzazione. La crisi del turismo peserà inevitabilmente anche sulla ristorazione”.