Discoteche chiuse, la protesta SILB Umbria Confcommercio | Confcommercio
Protesta locali da ballo Silb Confcommercio Umbria

Discoteche chiuse, la protesta SILB Umbria Confcommercio

Presidio di protesta davanti alla sede Rai Umbria. Enzo Muscinelli (presidente SILB Umbria): “Siamo gli unici fermi da 17 mesi. Ascoltino le nostre proposte per far divertire i giovani in sicurezza”
lunedì 5 Luglio 2021 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

Una delegazione di imprenditori umbri di SILB Umbria Confcommercio, l’Associazione delle Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo, martedì 6 lugliodalle ore 10:00 alle ore 11:30 – ha animato un presidio di fronte alla sede Rai di Perugia (Via Luigi Masi, 2) per protestare contro le mancate riaperture e spiegare le ragioni di una categoria, unica in Italia, ferma da un anno e mezzo.

La manifestazione è avvenuta in contemporanea in altre 12 regioni italiane: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Liguria, Emilia, Toscana, Lazio, Puglia, Campania, Sicilia, Sardegna.

Il rischio è quello di lasciare l’estate 2021 in balia dell’abusivismo e dell’assembramento fuori controllo. Mentre decine di imprese, e migliaia di lavoratori, sono fermi da un anno e mezzo: quella del ballo e dell’intrattenimento è infatti ormai l’unica categoria a non lavorare.

I RISCHI DELL’ESTATE 2021

“Da quando è cessato il coprifuoco, vediamo tutte le sere assembramenti senza regole, feste abusive, giovani e meno giovani bere alcol senza alcun controllo. Vogliamo un’estate di feste abusive e di assembramenti sfrenati? Le discoteche, soprattutto in questo momento, possono svolgere un ruolo socialmente utile. I ragazzi, inoltre, pur di tornarci sono pronti a vaccinarsi”, dice Enzo Muscinelli, presidente di SILB Umbria Confcommercio, che ha guidato la delegazione degli imprenditori umbri nell’iniziativa di protesta di oggi.

“Abbiamo aspettato con pazienza, ma ora è il momento di avere risposte concrete. Le nostre imprese sono a rischio. Dietro le nostre imprese ci sono le nostre famiglie e le famiglie dei nostri collaboratori. Meritiamo risposte certe. E’ ora di affrontare seriamente i problemi della nostra categoria e soprattutto ascoltare le nostre proposte: l’unica soluzione per ripartire in sicurezza al più presto”.


LE PROPOSTE  DELLE IMPRESE SONO STATE INASCOLTATE

Abbiamo suggerito un’apertura in sicurezza con il “green pass”, ove tutti potessero sentirsi accolti e al sicuro in locations super controllate. Non siamo stati ascoltati.

Da febbraio 2020 nessun introito è pervenuto alle nostre aziende, costrette alla chiusura totale. Salvo una sporadica parentesi per i locali all’aperto, che probabilmente non ha consentito nemmeno il recupero delle spese per gli adeguamenti necessari, nulla è stato possibile per i locali tradizionali al chiuso che, per lo più, rappresentano la maggioranza delle attività.

Nel frattempo ogni impresa a ha dovuto comunque continuare a sostenere le spese per mantenere in vita le aziende: tasse, tariffe, costi fissi (IMU, TARI, Imposta pubblicità, abbonamenti radiotelevisivi, affitti, spese amministrative e di contabilità, spese per costi fissi di energia, manutenzione…)”.

SENZA UNA DATA PER RIPARTIRE

E’ stato dichiarato che entro il 10 luglio la data di apertura sarebbe stata definita, nel frattempo i locali hanno sistemato gli ambienti, reperito il personale, eseguito gli ordini necessari, contrattualizzato artisti e format, e si sono preparati con zelo dopo un anno di chiusura.

Eppure i locali da ballo e intrattenimento italiani sono gli ultimi in Europa per non avere una data certa, al contrario di Grecia, Inghilterra, Spagna, Croazia e Germania.

INTRATTENIMENTO: ALCUNI DATI

Intrattenimento: un settore invisibile che rischia di estinguersi. Secondo le stime di SILB Fipe Confcommercio, delle 2.800 aziende italiane che compongono il comparto, fondamentale anche per l’attrattività turistica del Paese, il 30% tra locali e discoteche italiane ha già chiuso definitivamente i battenti. Su un giro d’affari annuo di circa 1,8 miliardi sono andati in fumo 1 miliardo e mezzo, ben più dell’80% del totale. 100 mila gli addetti senza lavoro. Tranne una breve parentesi estiva, 40 giorni in cui ha riaperto il 10%, l’85% del comparto è fermo dal 23 febbraio scorso.

In Umbria, ci sono più di 60 aziende che svolgono regolarmente attività di intrattenimento e più specificatamente trattenimenti danzanti (discoteche, balere, dancing, night club…).

Queste aziende impiegavano mediamente circa 15/20 addetti ciascuna, per una cifra complessiva che supera abbondantemente il migliaio di persone che, se sommate alla filiera di settore (fornitori di prodotti alimentari e bevande, agenzie teatrali e di sicurezza, artigiani addetti alla manutenzione, imprese di pulizia e non possiamo dimenticare tutti gli artisti, DJ’s, musicisti, orchestre etc…) generano una evidente consistenza economica.

SILB Confcommercio, organizzazione leader del settore dell’intrattenimento serale e notturno, associa in Italia oltre il 90% delle imprese del comparto censite dalle Camere di Commercio.